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La spada perduta. Excalibur 5

di Bernard Cornwell
Buongiorno!!! Eccomi qua! Fresco come una rosa! Questa mattina sono allegro perché dopo tanto tempo sono risalito in bici (circa 10km…Voltri-Arenzano e ritorno); sono conscio che non ho la minima parvenza di allenamento e perciò ci metto tempi biblici ma me ne sto sulla destra e non rompo le scatole a nessuno mentre, e me ne rendo conto amaramente, il 90% dei pedalatori non ha la minima idea di cosa sia la segnaletica stradale sia orizzontale che verticale….è ovvio che vengano gli istinti omicidi!!!
Ma veniamo al libro: Excalibur, La spada perduta 5
Ebbene sì!!! È l’ultimo capitolo!!!
Finalmente! Non ne potevo più di questa saga infinita che già dal secondo libro mostrava decisamente la corda; troppo lunga.
Alla fine del 4° libro eravamo di fronte alle truppe sassoni ormai convinte di avere le carte giuste per poter completare la conquista della Britannia celto-romana difesa strenuamente da Artù e soci.
Ma la battaglia di Monte Baddon dirà invece che per quello è ancora presto e la sconfitta sarà di quelle che fanno male.
Tutto finito? Per gli invasori sicuramente si per un bel po’ di tempo ma per i britanni sarà l’inizio invece di un periodo travagliatissimo fatto di divisioni e lotte interne per la suddivisione di troni e onori.

Lei è una donna. Le donne ottengono sempre ciò che vogliono, e se per ottenerlo devono rovinare il mondo e tutto ciò che il mondo contiene, così sia.

Artù non è Re e non lo è mai stato ma ha promesso all’antico Re Uther Pendragon di preservare il trono al figlio Mordred e finora lo ha fatto senza risparmio; l’uomo è vecchio e stanco e vorrebbe ritirarsi in campagna con un po’ di terra e una fucina ma la storia lo richiamerà sui campi di battaglia assieme ai suoi amici.

Le storie delle battaglie diventano noiose dopo un poco, mentre una storia d’amore rende tutto molto più interessante.

Mordred, Lancillotto, i Re sassoni e il cristianesimo torneranno all’attacco per un’ultima disperata battaglia; strada facendo, la Britannia perde i suoi migliori uomini e le sue tradizioni per trasformarsi in qualcos’altro ma solo la storia ce lo dirà.

È sempre meglio non conoscere il futuro. Tutto finisce in lacrime, non serve sapere altro.

Una storia lunghissima e ampiamente rimaneggiata rispetto alla tradizione del ciclo arturiano originale che vuole rivedere in chiave romanzata le gesta dei cavalieri della tavola rotonda; leggenda, realtà e fantasia mescolate e rimescolate a piacere….. non mi ha entusiasmato anche se in alcuni momenti l’autore ha saputo catturare la mia attenzione ma comunque non mi porta a dargli un voto positivo, ma ovviamente è solo un’opinione personale.

Ste Dussoni

la spada perduta

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.