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Bird box

di Josh Malerman –
Due capre si incontrano su un prato, una sta masticando una pellicola cinematografica. L’altra domanda: “Com’è?!”, la prima risponde: “mah, era meglio il libro!”
Senza ombra di dubbio la capra ha ragione anche in questo caso, il romanzo di Malerman  è un bellissimo thriller che ci tiene con il fiato sospeso fino alla fine, ed il film (con Sandra Bullock, catalogo Netflix) che ne è stato tratto, non rende giustizia né alla narrazione né all’ambientazione in cui veniamo catapultati dallo scrittore.
Sono passata da “Cecità” di Saramago a “Birdbox”, seguendo una sorta di stream of counsciousness che mi ha fatto percorrere le due opzioni possibili dei futuri distopici: da una parte, il mondo in cui cade dall’alto la “punizione” della cecità di Saramago, dall’altra, l’apocalisse generata da ipotetiche creature che, se osservate, conducono al suicidio, per cui, privarsi volontariamente della vista è l’unica possibilità per sopravvivere.

E cosa ti spaventa di più? Le creature o te stesso, mentre i ricordi di milioni di viste e colori si riversano verso di te?

Il libro procede su due piani.
Quello del presente, in cui Malorie, una donna rimasta sola con due bambini piccoli, fa di tutto per portarli al sicuro in un posto migliore, in un mondo ormai ostile e devastato (come in Saramago, chissà se si tratta di un piccolo omaggio, i bambini non hanno un nome proprio).
Questo piano narrativo si interseca con quello del passato: continui flashback ci permettono di comprendere come tutto sia iniziato, 5 anni prima, quando Malorie era una pittrice e viveva con sua sorella, poco prima che la situazione precipitasse.
Malerman gioca perfettamente con le nostre paure più profonde: il buio, l’incertezza, l’ignoto, le creature invisibili. Per tutta la durata della narrazione, percepiremo la paura dei protagonisti, avvertiremo la sensazione di essere in pericolo e proveremo il terrore di sentire qualcuno o qualcosa che ci sta osservando molto da vicino.
Il potere evocativo della parole è decisamente più potente di quello delle immagini.
Avremo paura del buio, di nuovo, come da bambini, anche se il buio sarà l’unica possibilità di salvezza.

Camilla Dagnino

Come può aspettarsi che i suoi figli sognino grandi cose come le stelle se non riescono a sollevare la testa per osservarle?

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"Non esiste vento contrario per chi sa posizionare le vele" Collaboratrice di Booklandia.