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L’allevatore di dinosauri, ovvero L’uovo di pterodattilo 

di Yambo
Buonasera!!! Ancora qua?? Ebbene si… Continuo allegramente a divorare pagine come una simpatica banda di tarme che pasteggia felice e spensierata. Oggi presento: “L’allevatore di dinosauri ovvero: L’uovo di pterodattilo” di Yambo.

Un piccolo e pigro paesino alle pendici del Monte Amiata durante il ventennio, può di colpo diventare luogo di interesse scientifico e di eventi che hanno del paranormale? Si… Se il sindaco del paese è un personaggio già eccentrico di suo che si ritrova, suo malgrado coinvolto in un’avventura micidiale.
In cima al cucuzzolo del monte vive piuttosto serenamente disinteressandosi quasi completamente dei suoi doveri di pubblico ufficiale per giocare a fare lo scienziato e il biologo. Tutto bene finché non si materializza nella sua dimora un amico ancora più folle e fuori centro che racconta di avventure pazzesche fra le jungle africane e i deserti più remoti; tale personaggio, dopo avergli stravolto il tran tran sparisce in tutta fretta lasciando due oggetti in omaggio : il cuore disseccato e antico di una principessa africana e un gigantesco uovo di dinosauro recuperato dopo un’avventura pazzesca in un luogo dove l’asteroide non ha cancellato l’antica razza.
Il nostro protoscienziato si incuriosisce e lo mette nell’incubatrice dei polli e da lì nascerà un bel pulcino di un paio di metri di nome Piri-Piri!!!
Ovviamente succederà di tutto e di più e la questione arriverà addirittura sul tavolo del Duce con annessi schieramenti di forze e batter di tacchi. Si ride e si sorride in un libro carico di humor e di avventura che prende in giro Il Viaggio al Centro della Terra di Verne e tutto un mondo di scienziati improvvisati, impagliatori di animali strani e sognatori di mondi perduti.
Un altro punto per l’ineffabile Yambo che sorprende il lettore con le sue mirabolanti invenzioni.
Bye bye.

Ste Dussoni

Dall’incipit del libro:

Un tempo – qualche miliardo di anni fa – noi non esistevamo. L’uomo non era ancora apparso sulla scena del mondo, e tanto meno la donna, per cui la terra aveva un aspetto molto malinconico: gli alberghi erano deserti, nessuno frequentava i teatri di varietà, le spiagge di mare, anche nell’infuriare della canicola, non accoglievano il più scalcinato bagnante, i futuri lidi di Venezia, Viareggio, Rimini, Riccione, le non ancora fondate terme di Montecatini e di Salsomaggiore, aspettavano invano chi volesse profittare delle loro grandi virtù curative. Basti dire che il Casinò di Montecarlo non aveva ancora incassato uno scudo!
E allora, quali bestie, in mancanza dell’uomo, popolavano, a quei tempi, la terra? I rettili. Rettili immensi, naturalmente: rettili alti come case, coperti di squame, di punte, di bitorzoli, armati di unghie e di zanne, orribili e buffi a vedersi; rettili erbivori, carnivori, acquatici, terrestri; ora provvisti di lunghi colli di serpente, ora di corazze ossee come le tartarughe; vivevano nelle grandi foreste dell’età secondaria, o nei laghi e nei mari, mangiandosi a vicenda, tranquillamente, senza pensare affatto che un giorno le loro ossa avrebbero costituito il più divertente rompicapo per gli scienziati ricercatori e restauratori di fossili. Poveri rettili! Credevano, forse, di aver conquistato il dominio assoluto della terra. Si vedevano così giganteschi, si sentivano così irresistibili! Avevano nomi altisonanti e paurosi: uno si chiamava atlantosauro, un altro ittiosauro, un terzo brontosauro, un quarto iguanodonte; come avrebbero potuto pensare che un giorno, nonostante la magnificenza del nome, sarebbero scomparsi dalla faccia del mondo?

L'allevatore di dinosauri, ovvero L'uovo di pterodattilo
Ste Dussoni
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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.