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Nemici. Una storia d’amore

di Isaac Bashevis Singer –
Non smetterò mai di ringraziare per l’esistenza dei gruppi di lettura.
Oltre alla possibilità di conoscere persone con cui condividere la passione e l’amore per i libri, devo ammettere che senza di loro non avrei mai preso in considerazione la possibilità di leggere un libro di un autore del calibro di Isaac Bashevis Singer.
Isaac Bashevis Singer è uno scrittore e traduttore polacco naturalizzato statunitense, nato nel 1902, appunto, in Polonia; è stato autore di racconti e romanzi scritti in yiddish e successivamente tradotti in inglese; inoltre ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1978 “per la sua veemente arte narrativa che, radicata nella tradizione culturale ebraico-polacca, fa rivivere la condizione umana universale”.
Tra le sue opere più famose troviamo Satana a Goray, Il ciarlatano, Keyla la rossa e Nemici. Una storia d’amore.
Di quest’ultimo, vi lascio le mie impressioni.
Nemici fu inizialmente pubblicato a puntate nel 1966 sul “The Jewish Daily Forward”, scritto in un primo momento in yiddish e poi tradotto in inglese da Aliza Shevrin e Elizabeth Shub; nel 1972 si decise di pubblicarlo in volume unico; l’edizione italiana è a cura della casa editrice Adelphi, su traduzione di Marina Morpugo.
Da questo romanzo, nel 1989 venne tratto anche un film omonimo diretto da Paul Mazursky.
Ma torniamo al libro: siamo negli Stati Uniti, per la precisione a New York, qualche anno dopo il termine del secondo conflitto mondiale.
Il protagonista è Herman Broder, un ebreo scampato alla deportazione nei campi di concentramento grazie a Yadwiga, una contadina polacca, senza istruzione, che lavorava nella casa del padre di Herman.
Per salvarlo dai nazisti, Yadwiga decise di nasconderlo nel suo fienile, all’insaputa di sua madre e di sua sorella.
Al termine della guerra i due si trasferiscono in pianta stabile nel nuovo continente e Herman, non sapendo come esprimere la sua riconoscenza nei confronti della gentile polacca, da sempre innamorata di lui, la sposa con rito civile.
La povera contadina vive quasi da reclusa, perché Herman le impedisce di avere contatti sociali con altre persone (ad eccezione delle vicine, delle quali Herman si fida poco); infatti parla poco inglese, eccezion fatta per quelle poche frasi che le ha insegnato il marito. e non sa né leggere, né scrivere.
La diffidenza di Herman è ben presto spiegata: dice alla moglie che fa il commesso di libri e che, a causa del lavoro, deve spesso viaggiare; giustifica la reclusione dicendole che non si fida delle persone che non conosce e che lo fa per il suo bene, per salvaguardarla.
La realtà è che, quando Herman viaggia, va a trovare Masha, la sua amante; anche lei scampata agli orrori del campo di concentramento, vive in America con sua madre, anch’essa una sopravvissuta.
La vita di Herman procede così, alternandosi tra la moglie e l’amante che non sopporta di essere la “seconda scelta”; difatti insiste affinché Herman lasci la contadina e scelga lei.
Un giorno però, sul giornale legge un annuncio rivolto a lui: il rabbino, zio di Tamara (la sua prima, defunta, moglie) lo cerca.
Herman si mette in contatto con lui e scopre che Tamara, che lui sapeva essere stata fucilata in un campo di concentramento e di conseguenza morta, è viva!
La ricomparsa di Tamara porta scompiglio nella vita già abbastanza complicata di Herman e fa emergere ancor di più i difetti del suo personaggio: perennemente indeciso e bisognoso d’amore, non riesce a rinunciare a nessuna delle tre donne che fanno parte della sua vita.
Oserei definire lo stile di Singer lodevole, mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi e, nonostante l’inserimento di vocaboli che rimandano alla cultura e tradizione ebraica, è stata una lettura scorrevole e coinvolgente.
Sicuramente non mi lascerò sfuggire altre sue opere.
Alla prossima!

Anna Rita Coluccia

"Nemici. Una storia d'amore" di Isaac Bashevis Singer
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"Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro" Collaboratrice di Booklandia