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Iliade

di Omero –
Buon giorno!!! Un po’ di tempo fa in alcuni gruppi era venuta fuori la solita domanda: “cosa leggete sotto l’ombrellone?”
Ognuno poi, ovviamente, ha espresso liberamente la sua opinione e tra le tante c’era posto pure per la mia….solitamente non ho un libro da ombrellone perché (oltre a non usare il suddetto oggetto) non concentro tutte le mie vacanze (poche per altro) in 15 giorni di spiaggia e quindi leggo come tutto il resto dell’anno quello che mi salta in mente senza ordine o stagionalità.
Nell’antichità invece le stagioni guidavano molto più di oggi le umane vicende e anche la guerra si svolgeva principalmente d’estate (e solo di giorno) per cui non pensavano al volume estivo ma a scannarsi con gioia e sudore.
E quindi: Iliade di Omero.
Partiamo da un appunto: non è un operatore telefonico a basso prezzo!!! Perché oramai lo associamo quello (sigh!)
Si tratta invece di un’opera monumentale che avevo studiato in parte a scuola ma non avendo fatto il liceo non avevo approfondito e, adesso, me ne è venuta voglia…una voglia terribile appena soddisfatta!
Omero era un rapsodo cieco che andava cantando in giro per le polis greche le gesta degli antichi eroi riunite in una serie di volumi virtuali in quanto allora non c’era la scrittura a supportare il cantore. Ma nel frattempo i fenici avevano portato l’alfabeto e qualcosa e qualcuno aveva deciso di fissare per sempre su pergamena quei racconti e quindi abbiamo tutta una serie di poemi eroici che ci sono stati tramandati in qualche modo attraverso i secoli.
La guerra di Troia (Ilio) è stato uno di quegli eventi che più hanno segnato la storia ellenica perché aveva quasi unificato le litigiose città greche contro un obbiettivo comune (avvenimento rarissimo nella storia di quei luoghi) per un bordello di anni (quasi 10!!!)
Tutto nasce da due eventi: Paride, principe di Troia e ospite di Menelao re di Sparta, rapisce la bellissima Elena (moglie del re) e se la porta a casa tradendo così la sacra ospitalità.
Ma Paride era già di suo inviso agli dei per via del giudizio del pomo d’oro con il quale aveva scatenato l’ira di due dee, Era e Athena, coinvolte in una gara di bellezza con Afrodite che aveva vinto la prima edizione di Miss Grecia.
Al primo pasticcio aveva aggiunto il secondo e così tutta la nazione decide che è ora di spazzare via Paride con tutti i paridini in alleanza con le divinità femminili e quasi tuto l’Olimpo.
L’Iliade racconta di suo gli eventi dei 51 giorni di ira di Achille nell’ambito del nono anno di guerra.
Achille viene defraudato della bella Briseide da parte di Agamennone, re di Argo e fratello di Menelao …e capo supremo della spedizione; anche lui non è esente da colpe di vecchia data, ha un pessimo carattere, è un gran fanfarone e spesso in battaglia tira il culo indietro, fa uno sgarro imperdonabile al Pelide……risultato?
Si arrabbia un pelucco e si mette in sciopero causando mille guai all’armata achea perché è lui l’eroe senza il quale la guerra si perde (come togliere Messi al Barcellona!)
Così, senza i Mirmidoni, la Grecia vacilla e Ettore (eroe troiano e figlio prediletto di Priamo ,che ne aveva altri 49 ma stravedeva solo per lui) arriva in prossimità delle nere navi e a qualcuna gli da pure fuoco.
Intanto Achille non cede nemmeno di fronte alle ambasciate più autorevoli….rivuole Briseide e le scuse dell’arrogante Agamennone!
Ma ad un certo punto il suo amico Patroclo viene ucciso dal prode Ettore e viene spogliato dell’armatura di Achille che aveva indossato per far credere a tutti che avesse interrotto lo sciopero e per ridare vigore alle truppe in procinto di cedere.
Achille si in…a!!!! Sciopero finito!!! Scuse di Agamennone e ritorno in campo con spargimenti di sangue a profusione fin sotto le mura di Troia dove troverà Ettore che poi massacrerà nel famoso duello.
Il finale è tutto rivolto prima ai funerali di Patroclo e poi all’atto di pentimento di Priamo che rivuole il corpo del figlio per i grandiosi funerali visto che nella cultura greca lasciare i cadaveri in pasto alle bestie è lo sfregio più grande che si possa fare ad un uomo e al suo spirito che così non può scendere nell’Ade.
In mezzo a tutto questo casino ci sono anche gli dei che sono diretta parte in causa…. non si fanno gli affari loro e intervengono continuamente sia in maniera fisica sia come suggeritori, specialmente dopo l’ira funesta di Zeus che prova a fare da arbitro in quel troiao ma che non è proprio superpartes.
Sono infidi (specialmente le dee) e violenti (Ares fa strage finché non viene duramente ripreso) e provano a tirare la giacchetta da tutte le parti perché in fondo sono l’emanazione diretta degli uomini che governano.
Bello e grandioso per niente complicato da leggere e a tratti anche molto divertente specie quando l’azione si sposta tra gli olimpici (la seduzione di Era a Zeus, i magheggi di Apollo e di Poseidone sono spettacolari, Hermes è veramente un serpente e tutti quanti sono a loro modo molto umani).
Una bella lettura estiva!
Ora un po’ di stand-by prima di provare l’Odissea.

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.