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Storia meravigliosa dei viaggi in treno

di Per J. Andersson –
Buonasera!! Ancora una volta la mia ben nota velocità (e un po’ di tempo in più a disposizione) fa il miracolo di San Gennaro e scioglie le trecce ai cavalli…..No! Non era questo che volevo dire! ….Repeat: Ancora una volta la mia ben nota velocità (e un po’ di tempo a disposizione) mi consent-(a)-e ….di uscire indenne dal San RaffaeleNo!!!! Oh Belin!!! ….Ancora una volta….e basta! …mi consente di presentarvi una nuova lettura!!! Ora ci siamo!! “Storia meravigliosa dei viaggi in treno” di Per J. Andersson.
Chi è che da bambino non ha mai sognato di guidare un treno??? Chi ha fatto girare il trenino elettrico fino a consumarlo? Chi lo ha fatto girare anche senza corrente sognando di collegare tutte le più grandi città???
Il treno, un incredibile mezzo di trasporto semplice ma che ci ha fatto arrivare dovunque, ci ha fatto manovrare scambi e saltare di paura all’imbocco di ogni oscura galleria dalla quale non sapevamo se ne uscivamo e dove; ogni stazione sembrava un luogo inventato e i sui binari correva il mostro di ferro insieme ai nostri sogni…..e ci siamo andati anche nello spazio col Galaxy 999 e gli Oliver Onions.
Andersson è uno svedese figlio di ferrovieri che ha sempre girato sui treni e la passione gli è rimasta nelle ossa come la polvere di ferro che colora i muri di ogni stazione, da quelle più piccole a quelle più grandi, e alla fine ha trasformato la sua passione anche in un lavoro e nell’oggetto di uno studio. Il mondo è percorso da migliaia di chilometri di ferrovie che si estendono anche nei paesi più impensati come tante venuzze del grande corpo del mondo, ferrovie di ogni tipo con decine di scartamenti diversi che raggiungono località famose e altre che sembrano inventate, o stazioni che hanno qualcosa in più come il binario 9 e 3/4 o il Treno Magico di Igor di cui vi ho parlato ieri; treni dai nomi fantastici come il Polar Express o mitici come l’Orient Express o la Transiberiana o i treni peruviani, e destinazioni sperdute nelle steppe, nei deserti e nei ghiacci.
Molti hanno avuto la fortuna di viaggiare gratis perché figli di ferrovieri o a poco prezzo a caccia di avventure come chi ha fatto l’Interrail o cose simili in gioventù. Andersson viaggia e descrive il mondo dei binari partendo dalla sua Svezia, ci racconta la nascita delle prime ferrovie in Inghilterra grazie alle intuizioni di Watt e Stevenson e alla Rivoluzione Industriale che aveva bisogno di un mezzo di trasporto per l’improvvisa espansione delle fabbriche e delle miniere si Sua Maestà; da lì in poi tutta l’Europa verrà collegata dalle vie ferrate che porteranno prima le merci e poi i passeggeri e soprattutto daranno vita alle primissime forme di turismo di massa in località magari sperdute fra le montagne e renderanno il continente molto più piccolo di come era allora. Viaggi lunghissimi al fischio del vapore attraverso gli stati e le frontiere. Dopo il vapore ecco l’elettricità e il diesel a dare manforte a quel mondo fatto di orari precisissimi quasi mai rispettati da nessun ente statale o privato che fosse e le carrozze che migliorano sensibilmente rispetto alle prime che in fondo erano solamente diligenze modificate. Insieme tutto ciò l’ebbrezza della velocità che aumenta col miglioramento tecnologico ma che spaventa chi era ancora legato al bue e al cavallo e non riesce ad adattarsi al cavallo vapore…fino ad arrivare all’Alta Velocità e ai treni pallottola giapponesi.
Così Andersson ci racconta anche la storia e le incongruenze del sistema ferroviario svedese e scandinavo in generale, poi allarga il quadro all’Europa comincia confrontare il mezzo con gli altri sistemi di trasporto come le macchine e soprattutto l’aereo che sembrava dover soppiantare definitivamente i binari che invece forse potrebbero avere una nuova rinascita grazie al fatto di avere un impatto ambientale decisamente meno devastante rispetto al mezzo volante e ai suoi consumi stratosferici. Confronta e gira su e giù per l’Europa e guarda un po’ tutte le abitudini e le magagne di un sistema che è ben lontano da essere unificato sia nella tecnologia che nell’offerta, fra linee sempre più frammentate e tutte le difficoltà che ci sono nel fare i biglietti o di prenotare una cuccetta nei sempre più radi treni notturni; le disparità di trattamento e di servizio tra un paese e l’altro e tutte le varie incongruenze che ci sono ancora oggi fra linee superveloci e rami ormai defunti; tra le altre cose l’Italia, che viene attraversata più volte, non è poi nemmeno tra le peggiori mentre le ferrovie della corona svedese ci fanno una figura abbastanza pietosa.
Nei suoi viaggi poi ci porta fino in Cina e in India con le sue linee ereditate dall’Impero Britannico e poi evolutesi in un sistema fra i più grandi del mondo (secondo solo alla Cina) che collegano ogni punto geografico dell’immenso subcontinente ma che funzionano in maniera del tutto originale rispetto ai nostri standard. Da lì si va a Ceylon e poi negli Stati Uniti per vedere davvero un nuovo mondo e una concezione ancora differente del treno. Il mondo delle ferrovie è grande come tutto il mondo e ovviamente in un libro tutto quanto non ci sta perchè ci sarebbero migliaia di altri luoghi e di altre linee di cui parlare come quelle africane che qui sono solo accennate, o sudamericane; però con Andersson si viaggia bene e racconta senza posa quello che vede e che vive; l’umanità che incontra e le storie che passano sui binari in attesa della prossima coincidenza per chissà dove….Una cosa è certa però…..in nessuna parte del globo i treni saranno mai in orario, nemmeno se ci fosse un LUI in ogni nazione!!!
Arrivederci e buon viaggio….e non attraversate i binari!

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.