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“Scritti morali”

di Epicuro –
Buonasera!!! Sono ancora qui nonostante il vento e la pioggia e nonostante fossi anche in bicicletta questa sera col rischio molto serio di farmi un bagno non programmato; e invece mi è andata davvero di lusso e il cielo si è scatenato ben prima dell’orario di uscita e, come si dice: “chi tosto s’adira,tosto si placa” e mi ha fatto tornare a casa indenne (sono 14 km e farli sotto la pioggia non è divertente anche perchè ho da fare i conti col traffico folle di Genova, mica con papere e volpi!!!). E visto che si parla di Giove Pluvio ecco a voi: “Scritti morali” di Epicuro.
Gli scritti morali sono un libro ma in realtà sono la somma di più titoli raccolti in passato da Diogene Laerzio e da altri e trasmessi a noi in forma di raccolta unica. Epicuro, filosofo ateniese, fu famoso per essere sempre stato il profeta del “piacere” e da qui l’aggettivo “epicureo” per indicare una persona che ricerca sempre il proprio piacere e benessere sia interiore che esteriore. Ma in realtà la filosofia epicurea non è proprio così banale, così terra terra, ma in realtà cerca e medita sulle cose della vita, sulla morte, sulle divinità e sui precetti morali che devono guidare il discepolo nel suo cammino. Epicuro cerca si il benessere e il piacere ma lo cerca nelle piccole cose, nell’amicizia, nello stare bene con se stessi e con la natura, una specie di filosofia francescana ante litteram dove si gioisce appunto dei piccoli eventi e dove si affrontano le difficoltà con uno sguardo benevolo e in qualche modo le si accettano come si deve accettare un cattivo insegnante che però ha una grande lezione da darci. Anche in punto di morte, trafitto dai terribili dolori di una violenta prostatite, Epicuro non perde la pazienza e la bonomia e detta il suo testamento (inserito al termine di questo volume) dove libera gli schiavi, e detta le sue volontà per poter far continuare a vivere alla sua scuola (detta Il Giardino).
Viene fuori anche un maestro che è solo avido di conoscenza e non di denaro perchè le richieste economiche ai suoi studenti sono davvero risibili. La filosofia epicurea viene delineata perfettamente nelle Massime Capitali che formano una specie di libretto di dottrina per gli adepti da studiare a memoria e da conservare gelosamente dove appunto c’è tutto il summa del pensiero del maestro.
Sull’amicizia: “Prima di stare a guardare che cosa tu abbia da mangiare e da bere, cerca intorno con chi tu possa mangiare e bere“. Vita senza amico è divorare di leone o di lupo.
Sull’ira: “Ira immoderata genera insania” Sulla morte: “La morte per noi non è nulla: quando essa c’è noi non ci siamo, quando ci siamo noi, la morte non c’è
Il famoso Tetrafarmaco: “Non sono da temere gli Dei; non è cosa di cui si debba stare in sospetto la morte; il bene è facile a procurarsi; facile a tollerarsi il male
Per quanto riguarda gli dei non ne negava l’esistenza ma in realtà non è che ne avesse una gran fiducia e in fondo li considerava come una specie di fantasmi, di emanazioni immortali dell’anima umana ma con poca capacità di interferire con l’esistenza delle persone. Anche sulla Fortuna era molto scettico e pensava che non poteva esistere una divinità così insensata e casuale ma preferiva pensare che ognuno di noi è l’artefice del proprio destino e del proprio benessere. Una filosofia profonda basata su pochi concetti semplici ma da sempre considerata solamente come la base per la ricerca della felicità tout court e quindi disdegnata dai pensatori più impegnati come qualcosa di leggero e impalpabile…come i suoi dei!
Bene, sono giunto al termine…. spero di non aver frainteso tutto e di averci capito almeno qualcosa! Ora vi lascio e vi do la buonanotte!

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.