Con la morte non si tratta

di Bruno Morchio –
Una nuova avventura per l’investigatore genovese Bacci Pagano che per una volta lascia la sua amata città per un’indagine in trasferta. L’antefatto: una rapina sulla statale Carlo Felice, in Sardegna: uno dei banditi viene ferito e arrestato, ma non parla. I suoi complici dividono il bottino. Sono passati diversi anni, quell’uomo è ancora in galera. Suo figlio, un tossicodipendente, è scomparso. Forse è partito per l’isola, alla ricerca dei complici di quel colpo miliardario. Su incarico dell’avvocato del padre Bacci Pagano inforca la sua vecchia Vespa 200 PX color amaranto e parte per la Sardegna con la quasi certezza di seguire una falsa traccia e con la possibilità così di godersi una vacanza pagata in una delle più belle isole del Mediterraneo.
Saranno forse i paesaggi aspri e brulli di una Sardegna fuori stagione magistralmente descritti da Morchio ma in questo romanzo troviamo un Bacci Pagano più intimista e la storia stessa trova il suo nucleo centrale non tanto sull’indagine del detective quanto sulla relazione con la figlia, Aglaja.
Chi già conosce i personaggi sa del difficile rapporto familiare e della sofferenza subita da Bacci alle prese con una ex moglie che per dieci anni ha impedito a padre e figlia di vedersi. Una vera e propria strategia di alienzione parentale. Ma quello che questa madre chiusa nel proprio astio non può comprendere è che i bambini crescono, diventano adulti. E con essi prima o poi bisogna rapportarsi guardandosi negli occhi vicendevolmente. Alla pari.
Aglaja, diciannovenne, scappa da Genova, si imbarca su un traghetto e raggiunge suo padre.

“Non so ancora se ti voglio bene”
“Hai ragione, non puoi saperlo. E’ passato troppo tempo. Per me è più facile, sono tuo padre. Io so di volerti bene”

Il succo è tutto qua. L’amore di un papà certo, forte e sicuro nonostante le carte bollate, le cattiverie, il tempo e i dispetti e una figlia cui è stata negata la possibilità di completarsi e di scoprire il mondo attraverso una visione della vita che non sia quella iperprotettiva della madre.
Un altro libro appassionante e avvincente, ricco di umanità e belle descrizioni di paesaggi e luoghi dei ricordi e dell’anima.

Gerardo Capaldo

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