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Tre millimetri al giorno

di Richard Matheson –

“Sulle prime la credette un’ondata. Poi si accorse che lasciava intravedere il cielo e l’oceano: era una barriera di spuma che si avventava contro l’imbarcazione.”

È l’incipit di Tre millimetri al giorno, titolo originale The Shrinking Man, romanzo del 1956 e da cui nel 1957 è stato tratto il film Radiazioni BX: distruzione uomo (The Incredible Shrinking Man), per il quale lo stesso Matheson ha scritto la sceneggiatura.
La storia è semplice, un uomo Scott Carey, esponente della Middle Class americana, viene investito da una misteriosa schiuma in apparenza innocua mentre si trova a veleggiare sulla sua barca a vela sull’oceano. Da quel momento si rende conto che le dimensioni del suo corpo si stanno lentamente ma inesorabilmente riducendo al ritmo di tre millimetri al giorno: ad ogni risveglio mattutino la sua statura diminuisce in misura minima ma regolare e incessante.
L’evoluzione degli avvenimenti è inversamente proporzionale alla statura del protagonista che cambia inesorabilmente, nei rapporti con lo spazio circostante, la difficoltà nel guidare l’auto ad esempio, o semplicemente appoggiare i piedi a terra stando seduto su una sedia, fino alla modifica dei rapporti interpersonali, nel suo lavoro, con la moglie e con la figlia ancora bambina ma che ben presto lo sovrasterà in tutta la sua altezza. Ed è proprio questa inversione dei ruoli ad essere interessante nel romanzo, considerando che è stato scritto negli anni dello sviluppo maggiore della società americana dove, in questo caso, ad essere messa in discussione è proprio la figura del maschio dominante nella famiglia che sta cambiando la propria struttura.
Se il marito non sarà più in grado di lavorare, dovrà essere la moglie a prendere le redini dell’economia famigliare e la stessa autorità paterna va scemando man mano che la sua presenza si fa effimera agli occhi di una bambina che non riesce più a riconoscere un’autorevolezza a quell’essere che appare sempre più un bambolotto con le fattezze ridotte di quello che fino a qualche tempo prima era suo padre.
È una lettura questa, che rimane vagamente sotto traccia ma che si insinua prepotentemente fra le righe di questo racconto, quasi a definire una metafora dei rapporti e ruoli di una società in costante cambiamento, quella americana e occidentale del secondo dopoguerra.

La riduzione delle dimensioni del corpo di Scott Carey porta il protagonista a interagire progressivamente con un mondo che solitamente appare quasi insignificante agli occhi di un essere umano di dimensioni normali, dove anche il gatto domestico o un passero possono costituire una minaccia alla sopravvivenza, per non parlare di quel ragno che diverrà un incubo quotidiano quando il piccolo uomo si troverà suo malgrado prigioniero nella cantina sottostante quella che era la sua casa, un mondo che si rivelerà oltremodo pericoloso per un essere indifeso come lui, costretto a confrontarsi con una realtà divenuta ormai aliena.
Il piccolo uomo vive questo suo destino convinto di andare verso la scomparsa definitiva del suo corpo, una volta che i tre millimetri giungeranno al limite della sua misura. Cosa ci sarà dunque oltre quella soglia? È questa la domanda che si pone Scott da un certo momento in avanti e la risposta sarà nelle ultime pagine della sua piccola grande avventura.

Roberto Maestri

Tre millimetri al giorno

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