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Ora dimmi di te. Lettera a Matilda

di Andrea Camilleri –
Non ho mai letto nulla di Andrea Camilleri, o meglio, parecchio tempo fa avevo iniziato a leggere qualcosa, ma la presenza del dialetto nella scrittura mi rendeva il testo di difficile comprensione.
Eppure, tra dialetto salentino e dialetto siciliano le differenze non sono molte. Ma torniamo a noi: “Ora dimmi di te. Lettera a Matilda” è, come dice il titolo stesso, una lettera indirizzata alla pronipote dello scrittore, la piccola Matilda che all’epoca aveva quattro anni.
Camilleri decide di affidare a carta e penna le sue memorie e la sua vita, consapevole che non avrà il privilegio di vedere la bambina crescere, diventare una donna.
Sa per certo che non sarà dimenticato, che ci sarà chi le parlerà di lui e dell’uomo che è stato, ma, per citare lo stesso scrittore, “preferisco essere io a dirti di me e dei miei tempi con parole mie”.
In poco più di cento pagine, ci si ritrova quasi a bordo di una macchina del tempo, poiché l’autore decide di partire dall’infanzia, ricordando con rammarico e sofferenza come i compagni di scuola ci arrivassero con le scarpe appese al collo per non consumare le suole.
Si parla anche del periodo della guerra, con il fascismo che si faceva strada nell’ambiente politico italiano, e che vede un Andrea così entusiasta che decide di scrivere una lettera al Duce in persona per poter partecipare alle azioni belliche; inaspettatamente, riceve la risposta dello stesso Mussolini, che, pur congratulandosi, lo ritiene troppo piccolo per tale compito.
La narrazione procede quasi come se lo stesso Camilleri ci tenesse per mano e ci guidasse lungo i vari avvenimenti della sua vita: si passa per gradi dall’adolescenza all’età adulta, senza tralasciare gli aspetti per lui più importanti, ovvero la famiglia e l’amore per la moglie Rosetta, caratterizzata da un’unione durata più di sessant’anni.
È ammirevole il lavoro di Camilleri, che ci apre le porte della sua vita privata lasciando a un vasto pubblico le sue ultime considerazioni sulla vita e la sua interpretazione degli eventi storici principali che hanno contraddistinto la nostra storia, senza tralasciare la nascita e l’evoluzione del suo pensiero anche in ambito politico; difatti si considera “comunista a modo suo”.
Conclude la lettera con un messaggio rivolto non solo alla pronipote, ma a tutti i giovani, invitando a fare tabula rasa del vecchio mondo e a tenersi stretti i propri ideali senza chiudersi al confronto con chi ha idee diverse dalle nostre.
Cara Matilda, sei proprio fortunata ad avere avuto un bisnonno così speciale!

Anna Rita Coluccia

Ora dimmi di te. Lettera a Matilda
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"Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro" Collaboratrice di Booklandia