Niente caffè per Spinoza

di Alice Cappagli –
Questo è uno di quei libri che si possono definire commoventi. Me lo ha passato la mia vicina di ombrellone, nella più classica delle situazioni estive: “Prendilo, si fa leggere volentieri”.
E invece è finita che il libro ha preso me, con un coinvolgimento emotivo che si è costruito lentamente durante la lettura ed è esploso nella parte finale. La voce narrante è quella di Maria Vittoria, una donna livornese in difficoltà, che si ritrova ad accudire un vecchio professore cieco.
Lui, è un anziano professore, appunto, che trova nei libri e nelle citazioni dei filosofi, il sistema per affrontare ogni situazione della vita e per “vedere” oltre. Si crea così tra i due un inaspettato legame: lei, gli legge libri e giornali, lui le insegna un nuovo modo di ragionare e di apprendere, attraverso le frasi dei grandi pensatori.
Assistiamo così alla nascita di qualcosa di nuovo in Maria Vittoria: nuovi punti di vista, nuove prospettive, nuove consapevolezze.
Un percorso lento ma inesorabile, scandito con maestria dal ritmo della narrazione.

-“Vede, Maria Vittoria, adesso riprendo possesso della mia casa, quindi non tutti i mali vengono per nuocere. Resta comunque uno strascico di”…. – si soffiò il naso.
-“Di?”
-“Di frasi irrisolte”
-“Si tratta di un discorso troppo difficile per me”
-“Non è vero, non è così difficile. Magari anche lei ha qualcosa di irrisolto che le rende la vita più dura, ma nello stesso tempo la induce a cercare una soluzione”

Mi sa che ci aveva centrato in pieno.

Camilla Dagnino