L’ultimo amore di Baba Dunja

di Alina Bronsky –

Konstantin, il gallo di Marja, mi sveglia di nuovo durante la notte. Per Marja è una specie di surrogato. È stata lei ad allevarlo, coccolarlo e viziarlo fin da quando era un pulcino; ora è cresciuto e non serve a un bel niente. Si aggira impettito e dispotico per il cortile di lei e mi guarda di sbieco. Il suo orologio biologico è completamente sballato, è così da sempre, ma non credo che abbia a che fare con le radiazioni. Non possono essere certo ritenute responsabili di ogni forma di demenza che compare sulla terra.”

Si può tornare a vivere dopo un disastro nucleare come quello di Chernobyl? Una risposta si può trovare ne L’ultimo amore di Baba Dunja, di Alina Bronsky, Keller Editore: la storia di una donna, Baba Dunja, o nonna Dunja la quale decide di tornare a vivere nel villaggio a pochi chilometri da Chernobyl, nonostante il pericolo di radiazioni. Non sarà l’unica abitante a fare questa scelta apparentemente sciagurata, ma l’età avanzata e la nostalgia, la perseveranza, il desiderio di vivere là dove sono le proprie radici, hanno la meglio sul buon senso e la consapevolezza di mettere a repentaglio la propria sopravvivenza. Dunja sceglie di vivere appesa a un filo, quello della speranza e degli affetti che ancora la tengono legata a quei luoghi. Un difficile ritorno a una parvenza di normalità favorito anche dall’arrivo di uno straniero con la sua bambina, che avranno il merito di sconvolgere la routine del piccolo paese ucraino. Insieme a loro un contorno di personaggi quasi fiabeschi, comprese le anime dei morti sopravvissuti nei ricordi di chi ancora parla con loro.

I nostri morti sono tra noi, spesso non sanno nemmeno di essere morti, né che i loro corpi decomposti stanno sottoterra.”

Un romanzo delicato e denso di poesia quello scritto da Alina Bronsky, scrittrice russa di nascita e trapiantata a Berlino, paese di cui ha adottato la lingua usata per la sua scrittura. E un richiamo forse solo velatamente autobiografico affiora in questa storia, perché anche la figlia della protagonista vive in Germania dove esercita come chirurga. Una storia che è anche un manifesto di dignità di un gruppo di anziani che decide nonostante tutto, di vivere nel modo che si sono scelti, consapevoli dei rischi ma anche determinati a far valere la propria volontà anche se da più parti giudicata bizzarra.

Roberto Maestri