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L’ultima colonia

di Alberto Rosselli
Buonasera!!! Eccomi finalmente!!! Si sente l’aria natalizia anche se siamo in tempo di pandemia, molta gente in giro a caccia di offerte e regali e di idee per cene e pranzi molto più intimi di quelli abituali e magari anche più frugali viste le magre entrate finanziarie di molti cittadini. Molti festeggeranno un Natale triste perchè hanno perduto qualche persona cara e sicuramente non mancherà chi non festeggerà per niente e chi invece lavorerà e arriverà a casa all’ultimo minuto come ogni anno. I libri sono sempre un bel regalo da trovarsi sotto l’albero perciò pensateci che magari potreste fare di un adulto un bambino felice!
Alberto Rosselli – L’Ultima Colonia (La guerra in Africa orientale Tedesca 1914-1918).
Ritorniamo indietro di oltre un secolo e addirittura nel precedente millennio e andiamo a vedere cosa stava succedendo nel mondo in quel lontano tempo del quale non restano più testimonianze vive per ovvi motivi anagrafici.
L’Africa era ancora il Continente Nero selvaggio e semi inesplorato ma alla fine del 1800 le potenze europee avevano cominciato ad interessarsene e a creare piccoli e grandi avamposti sulle coste e anche nell’interno. I primi erano stati gli spagnoli e i portoghesi ma via via erano stati scalzati dalla loro posizione di predominio da tutti gli altri paesi che cercavano il loro “posto al sole”. Nel 1885 la Conferenza di Berlino mette le basi per il colonialismo europeo e stabilisce le aree di influenza dei vari paesi che danno il via alla corsa, primi fra tutti belgi che si impadroniscono di un territorio immenso e ricchissimo nel cuore dell’Africa equatoriale….il Congo Belga, futuro Zaire e di nuovo Congo.
Se avete in mente una carta del continente della prima metà del ‘900 vi ricorderete certamente paesi dai nomi esotici e di confini tagliati con l’accetta in mezzo a giungle e deserti senza stare a guardare se i locali fossero più o meno d’accordo oppure no di avere sul collo i nuovi padroni bianchi che venivano a importare civiltà e ad esportare (o meglio…rapinare) tutto quello che essi ritenevano utile.
Da buoni ultimi (o quasi) sono arrivati anche i tedeschi del cancelliere Otto Von Bismarck e del Kaiser Guglielmo 2°che avevano appena finito di unificare la Germania e che volevano partecipare anch’essi alla spartizione della ricca torta.
In fasi successive, ma piuttosto ravvicinate, le colonie conquistate sono state il Togo, il Camerun, l’Africa del Sud Ovest (Namibia) e il Tanganika o Süddeutsche Afrika (l’attuale Tanzania più Ruanda e Burundi). Quattro colonie diversissime e molto lontane fra di loro a differenza invece dei possedimenti anglo francesi che avevano una certa contiguità territoriale anche se non tutti. Il Tanganika è stata sicuramente una delle colonie più amate e più redditizie dei possedimenti germanici extraeuropei. Ma nel 1914, per una serie di sfortunati eventi scoppia la Prima Guerra Mondiale e se si chiama “mondiale” un motivo ci deve essere; e infatti i suoi teatri di sanguinosa rappresentazione sono stati molteplici e hanno coinvolto bene o male quasi tutti i continenti anche se siamo abituati a pensare quel conflitto come una guerra strettamente europea fatta di monti, reticolati e trincee. Gli scenari principali sono stati quelli ma si è combattuto in Asia, in medio oriente (Lawrence d’Arabia), negli oceani e persino in Oceania ed Estremo Oriente russo….e anche in Africa.
I possedimenti tedeschi però erano mal difesi con pochi uomini e pochissimi materiali oltre al fatto di essere distantissimi dalla madrepatria impegnata a sua volta su due fronti contemporaneamente e quindi di fatto intenzionata a lasciare quei territori al proprio destino. Togo, Camerun e Namibia cadono una dopo l’altra nel giro di un anno ma il Tanganika invece ha un piccolo esercito ma molto più numeroso di una semplice guarnigione ed è comandato da un Colonnello che non ha nessuna intenzione di arrendersi alla prima fucilata. Paul Von Lettow Vorbeck guida così i suoi soldati, pochi tedeschi e molti ascari locali (con la parola Ascaro si intendono le truppe coloniali di colore di ogni paese, anche gli italiani hanno avuto i loro Ascari in Eritrea e in Etiopia), li guida con piglio deciso e con organizzazione; non sono i nazisti ma sono ancora tedeschi vecchio stampo, cavallereschi e decisi ma non razzisti e violenti; Vorbeck sarà amato dai suoi uomini, indigeni e non. Quando scoppia la guerra il Tanganika viene invaso da truppe britanniche e belghe confinanti e sembra a prima vista una partita già vinta ma Vorbeck inizia una guerra di movimento inaspettata fatta di imboscate, rapidi movimenti, colpi di mano veloci ritirate; furbate, rapine e assalti inaspettati anche in mare nei grandi laghi africani dove si svolgono anche delle incredibili battaglie navali.
È una guerra logorante in continuo divenire con sorprese a non finire che manda in tilt i comandi alleati che rivelano anche tutta la loro presunzione e inettitudine di fronte a questo colonnello scaltro e veloce che si fa inseguire per mezza africa orientale sconfinando addirittura in Mozambico e Rhodesia. Una guerra che durerà fino al 1918 ….ma ben oltre la data di fine ufficiale della guerra in Europa e solo perchè ormai le truppe erano logore e stanche.
Un libro affascinante che ci porta lontano dalle trincee pidocchiose e infangate, ci porta in mezzo alla giungla e negli altopiani fra zanzare, coccodrilli e malaria, se non fosse guerra potrebbe essere anche un racconto di Salgari.
Le sorprese sono davvero dietro ad ogni pagina e Vorbeck è un personaggio anche simpatico mentre i britannici ci fanno una figura davvero barbina. Il libro l’avevo letto molti anni fa e l’avevo preso per caso all’autogrill di Ceva (CN) che ha sempre tenuto un comparto di libri molto interessante e soprattutto non così ovvio!!!
Per gli interessati la casa editrice è la Nuova Aurora, io l’ho cercato velocemente su Amazon ma non l’ho trovato….a voi la sfida!!!

Ste Dussoni

L'ultima colonia

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.