L’arte di amare

di Erich Fromm –
“L’arte di amare” è un saggio dello scrittore tedesco Erich Fromm, pubblicato nel 1957 ed edito nel nostro paese da Mondadori nel 1963.
Confesso che è stata una lettura strana; più volte ho tentato di approcciarmi al saggio, altrettante volte mi sono arresa. Avevo difficoltà a capire e carpire il suo messaggio. Non so se, malgrado la mia volontà, non fosse il periodo adatto per affrontare la lettura o se avessi soltanto bisogno della giusta concentrazione.
Mi sono serviti quattro giorni per leggerlo; l’ho fatto principalmente di notte, perché in casa mia solo quando tutti dormono c’è il silenzio necessario per concentrarsi correttamente e posso affermare con certezza che non è stata una lettura semplice.
Ciononostante, mi è piaciuta; anche se a volte ho dovuto rileggere più volte qualche paragrafo per comprenderne il senso.
Già all’inizio del saggio il filosofo tedesco ci avverte: contrariamente a quanto si possa pensare, “L’arte di amare” non è un manuale che si pone l’obiettivo di istruire chiunque voglia imparare qualcosa sull’amore, bensì un’attenta analisi che prende in considerazione l’amore come se fosse un’arte vera e propria, alla pari di qualsiasi arte (perdonate la ripetizione), e come tale necessita di un processo di apprendimento che include teoria e pratica:

Il primo passo è di convincersi che l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria”.

Analizzato attraverso le varie epoche storiche e differenziandone i tipi, si identifica l’amore come una condizione necessaria per ogni individuo:

La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno, crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.”.

Ogni individuo si interfaccia con diverse forme di amore nel corso della propria esistenza e solo poche possono essere definite autentiche; Fromm distingue in modo semplice e chiaro l’amore e gli oggetti dello stesso, approfondendo l’amore materno, l’amore erotico, l’amore per se stessi e l’amore per Dio.
Tra mitologia greca, Antico Testamento e la critica al suo “collega” Sigmund Freud per la sua concezione patriarcale del sesso, Fromm chiarisce come ogni tentativo di amare sia destinato a fallire senza uno sviluppo concreto della personalità di ogni individuo.
Insomma, come già chiarito all’inizio, una lettura non semplice, ma decisamente istruttiva.

“Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d’amare”

Anna Rita Coluccia