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L’ammiraglio della Superba

di Mario Granata –
Buona sera!!! Orario un po’ inconsueto ma l’ho finito prima di cena e voglio raccontarvelo subito sperando di non dimenticare nulla. Mario Granata – “L’ammiraglio della Superba“. Questo libro io me lo ricordo nella biblioteca di mia nonna moltissimi anni fa e mi attirava per il titolo e per quel colore azzurro mare dell’illustrazione di copertina. Il volume apparteneva a mio padre ed infatti è firmato all’interno 1962. L’edizione è del ’55. Lo lessi mille anni fa tutto d’un fiato e poi sparì…. L’ho ritrovato la settimana scorsa spulciando un po’ di cose in cantina ed era lì insieme ad altre chicche del secolo scorso….. e una gabbietta da canarini oramai arrugginita che serviva per far spurgare le lumache una volta catturate in attesa di finire nel sugo!!! La Superba lo sanno anche le pietre…è Genova!!!! Il suo Ammiraglio è l’unico principe della città….Andrea Doria, al quale è intitolato un palazzo (Palazzo del Principe) e la stazione ferroviaria: Genova Piazza Princie (non Porta Principe!!! Belin!!).
Il Doria (non la squadra) fu un personaggio che caratterizzò la storia cittadina del 1500, cioè del periodo di maggior splendore della Repubblica Marinara quando era conosciuta anche come La Dominante. Periodo complicatissimo per la storia italiana perché divisi in mille staterelli al servizio di questo o di quell’altro potente che poi erano Francia o Spagna. La scoperta dell’America aveva messo in crisi le repubbliche marinare ma in quel secolo il loro ruolo era ancora di primattore sulla scena europea che era contesa tra Francesco I° di Francia e Carlo V imperatore globale. Il Doria combatteva per l’indipendenza di Genova e per le sue tasche visto che il Grand’Ammiraglio era comunque un capitano di ventura a bordo dei galeoni di San Giorgio ma che faceva anche gli interessi (retribuiti) della città. Fu grazie a lui che fu riformato il Dogato che da perpetuo divenne biennale, che nacquero il Minor e il Maggior Consiglio e che le continue lotte intestine cessarono almeno per un periodo. E scongiurò la Congiura dei Fieschi. Mario Granata fa parlare in prima persona tutti gli attori di quel secolo, ne viene fuori un romanzo di avventure (arricchito da bellissime tavole disegnate) di cappa e spada a zonzo per Genova e per il mediterraneo all’inseguimento di galee e galeoni sia franco-spagnoli che turchi e saraceni, visto che combatté in maniera cruenta contro la pirateria che infestava i mari e rompeva le scatole ai commerci e alle crociate (e quindi agli interessi genovesi). Un personaggio d’azione e di parole che visse fino quasi a 90 anni, che trattò re, papi e imperatori come se fossero suoi compagni di giochi e che provò a fare grande una città che già lo era di suo, e che non volle mai farsi Signore di tale posto pur restandone il protettore.
Suo nipote Giannettino che aveva invece questa ambizione la pagò cara proprio durante la congiura dei Fieschi tesa ad impedire la trasformazione in signoria della repubblica. Durante le tante battaglie, specialmente in città, pronunciò la frase: ” dagli amici mi guardi Iddio….” visto che aveva subodorato i tradimenti di alcuni elementi delle grandi famiglie che però gli lisciavano la schiena. Se riuscite a trovarlo compratelo, ne vale la pena!

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.