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La seconda guerra mondiale vol 4. Isolati

di Winston Churchill

Continua la mia avventura nella Seconda Guerra Mondiale di Churchill e sono giunto alla fine del 4° volume e quindi ad un terzo dell’opera. Cercherò di riprendere il filo logico concluso col 3° libro dove Hitler, dopo essersi ingoiato la Francia per intero, si stava apprestando a portare il suo amichevole abbraccio verso la perfida Albione che era scappata con armi e bagagli dall’altra parte della Manica per non prendere l’aperitivo col simpatico e baffuto tedesco mentre i francesi cominciavano a conoscerlo più da vicino sorseggiando una amara Acqua di Vichy.
Quindi i primi capitoli sono dedicati all’Operazione Sea Lion che avrebbe dovuto far arrivare le truppe germaniche sulle scogliere di Dover in sandali e calzini come loro abitudine quando vanno al mare, ma a quanto pare non era stagione e i voli non erano così precisi come ci si aspettava dalla perfetta organizzazione teutonica e alla fine tutto è finito in una enorme battaglia aerea che si protrarrà per tutta la guerra senza costrutto.
Churchill racconta così le difficoltà, gli apprestamenti, gli armamenti e tutti i movimenti di una guerra totale fatta di bombardamenti costanti, di distruzioni, di affondamenti e di soluzioni nuove e inaspettate per far fronte ai continui mutamenti del fronte. La Gran Bretagna è isolata perchè è un’isola ma ha dalla sua tutta la potenza industriale degli Stati Uniti che per il momento non vogliono impegnarsi seriamente in un conflitto che considerano strettamente europeo anche se si sta allargando a macchia d’olio in tutti i continenti visto che i contendenti hanno possedimenti oltre i propri confini nazionali; l’amicizia personale tra Roosvelt e Churchill porterà invece a quel contratto chiamato “Affitti e Prestiti” che consentirà agli inglesi di avere rifornimenti costanti di ogni tipo di strumento bellico al riparo dai bombardamenti ….nonostante la guerra sottomarina degli U-Boot e delle navi da corsa tedesche che continuano a mietere vittime e ad affondare qualsiasi cosa si muova nell’Atlantico.
Ma non è in pericolo solamente la madrepatria britannica perchè finalmente è scesa in campo l’Italia di Mussolini con tutte le sue fanfaronate e tutta la sua impreparazione; il bel paese vuole sedersi al tavolo dei vincitori e comincia a giocare le sue carte aprendo il fronte libico e quello somalo/etiope inseguendo sogni di gloria i terra d’Africa e sperando di arrivare velocemente a Suez e in Kenya. Le preoccupazioni inglesi vengono subito spazzate via dai primi scontri che dimostrano subito quanto fumo c’era nell’arrosto fascista che brucia velocemente nei forni africani.
Non contento, il Duce apre anche il fronte greco sperando di fare un piacere allo scontroso alleato e di portarsi appresso le navi della Royal Navy levandole di torno dal teatro del Mare del Nord; alla fine Malta, Gibilterra e Suez continueranno a rimanere saldamente in mani britanniche mentre la flotta italiana verrà massacrata a domicilio col bombardamento di Taranto.
Gibilterra è comunque un punto critico perchè è circondata dalla Spagna franchista che, per affinità elettive, si potrebbe schierare dalla parte del Patto d’Acciaio, ma Franco è appena uscito dalla guerra civile e ha un paese ancora in ginocchio e diviso che non ha nessuna voglia di avventure che potrebbero spazzare via quanto fatto fino a quel momento e così gioca come un gatto col topo tedesco alzando sempre di più la posta per poi ritirarsi dal tavolo bluffando in maniera spudorata e lasciando i crauti da soli in compagnia degli italiani.
Le altre preoccupazioni riguardano la flotta francese che dopo la sconfitta è scappata da tutte le parti pur di non finire nelle mani dei nuovi padroni, ma non tutti gli ammiragli sono della stessa idea e una parte invece potrebbe mettersi al servizio dei barbari. Così Churchill ci racconta dei fatti di Dakar e di Casablanca e dei movimenti del generale De Gaulle che invece parteggia per Londra e sta cercando mettere insieme un esercito coloniale per riprendersi Parigi.
Dall’altra parte del mondo l’impero coloniale britannico è sempre più minacciato dai Giapponesi che hanno finalmente abbracciato la causa del Patto d’Acciaio e stanno portando le loro truppe in un bel giro turistico per tutto il Sud-Est asiatico, mettendo in pericolo le vie di comunicazione tra l’India, l’Australia, la Nuova Zelanda e la madrepatria, che ha un bisogno estremo dei rifornimenti  di truppe e materiali da quella parte del globo.
E mentre tutto questo succede sta per finire il 1940 con i fuochi d’artificio dell’Operazione Barbarossa  che si sta profilando all’orizzonte…..finalmente i due baffuti nemici verranno alle mani???? Dopo il patto Molotov-Ribbentrop e la spartizione della Polonia si temeva un abbraccio a denti stretti ma a quanto pare qualcuno una notte tradirà…..
Arrivederci!!!!!    

Ste Dussoni

La seconda guerra mondiale vol 4: isolati

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.