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La scatola dell’inventore

di Allen Kurzweil –
Buona giorno!!! Eccomi di ritorno dopo una serie di ponti che mi hanno fatto sospendere le letture per dedicarmi a mangiate e viaggi, altre due passioni imprescindibili che però male si rapportano con la lettura perché in altre faccende affaccendato. Veniamo ad Allen Kurzweil e a questo libro che è stato premiato al Grinzane-Cavour nel lontano 1993; normalmente sui libri pluripremiati sono oltre lo scetticismo, li evito come la peste (un po’ come i film premiati a Venezia); dove la critica ufficiale dà il suo benestare normalmente il popolino lo giudica una porcata. Ma per una volta forse è andata bene. Libro recuperato da una biblioteca in dismissione di un’amica che l’ha ereditata dal padre ma che fa fatica a leggere tutto il suo contenuto e allora gli do una mano rapendo i tomi più interessanti. La copertina mi allettava, il premio mi rimbalzava ma questa volta ha vinto l’istinto.
Un cercatore di occasioni alle aste si imbatte in un “memento hominem” chiamato dal banditore: “La scatola dell’Inventore”; cosa è un memento hominem? Una specie di capsula del tempo personale in cui il proprietario ha riposto una serie di oggetti che raccontano qualcosa della sua storia personale, che riguardano certi momenti della sua vita e il solo tocco ne riporta alla mente le immagini di quelle situazioni…. il lotto 67 è uno di questi. Da dove arriva? Da Parigi e soprattutto da Tournay e dalla Francia pre-rivoluzionaria e il suo creatore è il fu Claude Page orologiaio e inventore. E così la scatola comincia a raccontare la sua storia.
Si parte dalla piccola Tournay, che attualmente è in Belgio, e si arriva via via a Parigi seguendo la storia di Claude al quale viene amputato l’anulare destro in giovane età per rimuovere un neo che ricalcava l’effige di Luigi XVI, che allora regnava, da un dottore che collezionava stranezze anatomiche ad insaputa dei suoi malcapitati pazienti (infatti avrebbe dovuto solo rimuovere l’imperfezione e non tutto il dito, ma ad altri pazienti era andata peggio e si erano risvegliati “voci bianche”).
Il ragazzino è figlio di un originale viaggiatore che sparì a Istanbul e di una donna un po’ strega e un po’ maga. Anche lui è comunque dotato di una particolarità (oltre ad un dito di meno)… adora la meccanica!
È ingegnoso e sa costruire piccoli meccanismi, ripara orologi e sogna di costruire qualcosa di speciale. Viene preso a bottega da un originale Abate/Conte che colleziona di tutto, se ne frega della religione e traffica in orologi ed immagini porno e vuole insegnare a Claude la fisica, la filosofia e anche la meccanica applicando tutto ciò alle sue produzioni.
Nasce un bel duo fino a quando il ragazzo, scandalizzato da un torbido evento dell’Abate non scappa verso Parigi e finisce a bottega di un bieco libraio di nome Livre (libro in francese e Claude di cognome fa Page….pagina) che però lo schiavizza e lo vorrebbe costringere a fare il garzone della sua bottega a vita perché ce l’ha scritto nel nome e la meccanica è un puro divertissement senza futuro.
Per fortuna che ha un bel gruppo di amici che lo sostengono e lo aiutano a non demordere. Il ragazzo vivrà moltissime avventure decisamente originali e nel frattempo crescerà e maturerà, si innamorerà e scoprirà che non ci sono solo la meccanica e gli orologi e forse porterà a compimento il suo sogno più grande: costruire un automa che parla come un essere umano!!! (dimenticavo di dire che Claude colleziona suoni, ovvero ha un ottimo orecchio e riesce tramite la meccanica a ricrearli più veri del vero…. da un fringuello ad una scoreggia). Come dicevo all’inizio un libro davvero sorprendente, scritto benissimo, molto coinvolgente e colto, mai pesante e assolutamente originale.

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.