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La resa dei conti

di John Grisham –
Caro John, mi secca trattarti male… e mi secca particolarmente perché, non solo ho letto quasi tutto quel che hai scritto, ma molto di quel che hai scritto l’ho trovato geniale. Non solo i tuoi primi indimenticabili legal, da ”Il momento di uccidere” a “Il Socio”, da “Il rapporto Pelican” a “La giuria”, ma ho apprezzato anche quando hai mutato registro narrativo e ci hai regalato racconti che si muovevano lenti e poetici come un battello a pale sul tuo amato Mississippi in “Ritorno a Ford County”.
Ma questa volta proprio non ci siamo: di legal non vi è quasi nulla, di thriller ancora meno. Potrebbe essere ascritto, pur in senso lato, alla categoria rappresentata da quell’attraente ossimoro che è il romanzo storico, questo non lo si può negare, ma come ti è venuto in mente di anticipare tutto in una prolessi ampia come gli acri di piantagioni di cotone che le fanno da sfondo e che svilisce le interessanti pagine che seguono, e ci narrano dei tempi in cui un uomo di colore non poteva varcare l’ingresso principale di un tribunale, tribunale magari intento a condannare gli atti sessuali interrazziali, cosa seccante per i possidenti che praticavano spesso e volentieri sesso con donne di colore, ma dovevano difendere le loro donne bianche dalla virilità dell’uomo nero.
Come ti è venuto in mente di scrivere una prima parte che anticipa le altre due con dovizia di particolari, in un anticlimax che meriterebbe il Guinness dei Primati?
Scusa se parlo forbito, John, ma devo millantare credito letterario per attaccare un autore del tuo calibro senza perdere credibilità e mettere in soggezione le legioni dei tuoi fan, cui peraltro appartengo anch’io.
Torniamo a noi, questa volta mi hai fatto davvero arrabbiare. Diciamo meglio, inc… di brutto. Sono nervoso perché non posso nemmeno dire che il tuo libro, appunto, sia brutto. Anzi, se approcciato correttamente è decisamente un bel libro. Ma diamine, un minimo di tecnica letteraria uno se l’aspetterebbe anche da uno scrittore che ha la tua esperienza e probabilmente può vantare una squadra di editor talmente vasta da richiedere l’appello mattutino e una mezza dozzina di cucine da campo per la pausa pranzo.
Comunque, voi leggetelo il libro, vi troverete storie interessanti e poco note, come la drammatica resa delle Filippine, la marcia della morte di Bataan con le sue squadre di avvoltoi, leggetelo, se non cercate un legal o un thriller, non vi deluderà.
E tu, John, licenzia quegli incapaci. Intanto io inizio a togliere un po’ di ruggine dal mio inglese e mi alleno a far colazione con quella vostra robaccia fritta nello strutto… per il prezzo ci si mette d’accordo.

Riccardo Gavioso

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“Le maggioranze mi fanno orrore. Prima o poi diventano sempre minacciose” Collaboratore di Booklandia