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Kim

di Rudyard Kipling –
Buonasera!!! Come avevo detto l’altro ieri in occasione della presentazione libro di Maupassant, in questo periodo mi sono un attimo fermato dalle letture nuove per rituffarmi in alcuni libri letti ormai moltissimo tempo fa, in alcuni casi anche 20 anni, libri che avevo lasciato sulla mensola della libreria con la promessa mai mantenuta fino ad adesso di rileggerli. E invece adesso è il tempo giusto anche perchè passati un po’ di anni sembrano nuovi tanto il ricordo ormai è sfumato.
Kim” di Rudyard Kipling.
Kipling tutti lo conosciamo massimamente per il Libro della Jungla, è sempre stato considerato uno scrittore per ragazzi per le sue ambientazioni esotiche per le sue storie avventurose e sempre molto allegre. Ma Kipling, a dispetto di tanti suoi contemporanei, di India e di luoghi mitici ne aveva una conoscenza diretta perchè c’era nato (nato a Bombay) o perchè ci aveva viaggiato da adulto e quindi sapeva bene cosa faceva rispetto ad un Salgari (con tutto il mio rispetto perchè adoro le sue storie) che invece non si era praticamente mai mosso da casa ma aveva una fantasia colossale coadiuvata comunque da un serio studio.

Se ne stava, a dispetto delle ordinanze municipali, a cavalcioni del cannone Zam-Zammah, di fronte a quella che gl’indigeni chiamano la Casa delle Meraviglie e che è il museo di Lahore


Kim è un ragazzo di strada di Lahore che inizia la sua avventura seduto all’ombra di un cannone simbolo della città. La città attualmente è in Pakistan nella regione di confine del Punjab ma all’epoca era semplicemente parte dell’India Britannica e quindi apparteneva ad un unico e colossale Impero Coloniale. Il ragazzo però è atipico perchè è vero che è nero di carnagione e di capelli ma in realtà è un Sahib, cioè un bianco, perchè è figlio di un soldato di sua Maestà Britannica che però è morto (come la madre che è morta per darlo alla luce) e lo ha affidato alle cure di una madre adottiva che però ormai non lo controlla più.
Con al collo i documenti che ne attestano l’origine e l’identità Kim vive alla giornata fra i vicoli e le piazze della città che è caotica e multicolore come ogni città del subcontinente….un caleidoscopio incredibile di odori, colori, persone e religioni perchè l’India è un pianeta a sé stante con le sue regole non scritte e le sue mille sfaccettature che i bianche non potranno mai capire fino in fondo. Ma Kim è bianco solo di nome di documenti perchè il suo mondo è quello, lì ci è nato e ci vive e sguazza come ogni monello che si rispetti e in più è di cuore ed è amico praticamente di tutti perchè si sa far voler bene da chiunque. Mentre è all’ombra del vetusto monumento viene a contatto con un Lama che è appena arrivato dal Tibet e che è spaesato nel caos primigenio della città alla quale non è abituato rispetto alle solitudini e ai silenzi delle montagne e dei monasteri buddisti e così i due fanno in qualche modo amicizia, nel frattempo entrano in scena alcuni personaggi che rendono tutto confuso e caotico e alla fine il ragazzo si trova ad addentare una pagnotta dentro la quale è contenuto un messaggio cifrato molto importante per i servizi segreti britannici. Visto che Kim è curioso e ha anche la grande capacità di nascondersi e mimetizzarsi in maniera perfetta riesce in qualche modo a ad ascoltare una conversazione molto importante che gli fa capire che quello cha ha in mano è un giocattolo pericoloso e di grande importanza che andrebbe consegnato nelle mani giuste per sventare una tentativo di infiltrazione da parte dei potenti nemici del nord che hanno la complicità alcuni sovrani semi indipendenti che vorrebbero tradire il governo di Londra in loro favore.
A questo punto il ragazzo ha davvero stretto amicizia col Lama tibetano e di fatto è diventato il suo discepolo (“chela”) e decide di intraprendere con lui il grande viaggio alla ricerca del Fiume della Freccia che lui ha sognato e che, una volta trovato, gli garantirebbe la salvezza e l’ascesa al Nirvana e quindi l’interruzione del ciclo delle reincarnazioni e di conseguenza la santità….ma per arrivarci bisogna camminare, pregare e fare opere di bene lungo la Grand Trunk Road, cioè la grande arteria stradale che collega tutta l’India settentrionale dal confine afghano fino alle coste del Bengala e attraversa fiumi e città mitiche. Una parte si fa a piedi ma molta la faranno, grazie alle astuzie e alla simpatia di Kim, in treno (anzi….come dicono loro: in te-reno) che è il mezzo migliore e più veloce per muoversi nelle colossali distanze di quell’immenso paese.
Il lama ha la sua meta ma anche Kim viaggia con una profezia in tasca: dovrà trovare il Toro Rosso in campo verde e allora conoscerà il suo destino. Durante il viaggio incrociano così una pattuglia dell’esercito che ha proprio il toro rosso come simbolo che viene piantato in mezzo ad un prato….è il segnale!!! Da quel primo incontro nasceranno tutte le fortune e le avventure future perchè incontrerà un colonnello che gli vorrà subito bene, al quale tra l’altro consegnerà finalmente il messaggio cifrato, e un prete cattolico che lo avvierà agli studi che verranno pagati dal facoltoso (anche se non sembra) Lama, e qui inizia la vera avventura…..Kim è un libro fatto di tante cose: la crescita di un ragazzo che da scugnizzo diventa uomo, l’amicizia che sa trarre da tutti quelli che incontra sulla sua strada, l’India con tutta la sua multiculturalità, i treni e il Grande Gioco!!!
Ne avevo parlato quando avevo letto il libro di Hopkirk intitolato appunto “Il Grande Gioco“: nell’800, e per quasi un secolo esatto, nell’area si sono scontrati principalmente due grandi potenze…. la Gran Bretagna, padrona dell’India e l’Impero Russo che si stava espandendo verso sud e mirava alle ricchezze e ai mari caldi della regione. È stato uno scontro fatto di tante fasi e di molti teatri diversi ma principalmente giocato sul confine afghano fatto di movimenti improvvisi di truppe e soprattutto di spie che cercavano di mettere i bastoni fra le ruote al rispettivo nemico in ogni modo e maniera. Un gioco sottile e cruento fatto di travestimenti, corruzione e fughe rapidissime, battaglie epiche e disastrose sconfitte. Kim si va ad inserire in tutto questo anche se non è il motivo principale e il protagonista rimane sempre il ragazzo e non la grande storia. E poi, come ho detto molte righe più su c’è davvero l’India con le sue caste, le contraddizioni, le grandi ricchezze e l’immensa miseria; e le superstizioni che si mischiano alle religioni e alla devozione a milioni di dei e divinità varie e assortite…..un viaggio nel viaggio tra strade polverose, vacche macilente e ….treni!!

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.