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Il segreto di Nadia B. – La musa di Michelstaedter tra scandalo e tragedia

di Sergio Campailla

Il futuro è imprevedibile. Ma anche il passato è un giacimento imprevedibile e nel buio, talora, riserva sorprese e scoperte emozionanti”.

A volte alcuni personaggi ci vengono incontro in maniera sorprendente, quasi a pretendere lo spazio necessario in cui narrare la propria storia. È il caso di questo libro, nato quasi per caso, dall’incontro casuale fra Sergio Campailla, curatore degli scritti e biografo di Carlo Michelstaedter e una lettera scritta da una fantomatica e sconosciuta donna russa, indirizzata al filosofo goriziano. Del tragico destino legato al suicidio dell’autore de La persuasione e la rettorica già si conosceva molto ma ancora non si sapeva quanto il gesto analogo di una donna avesse forse influenzato la decisione del giovane Carlo, di porre fine alla sua vita.
Ed è stato proprio quell’incontro inaspettato con quella lettera, malgrado l’erede testamentario proprietario del documento avesse deciso di distruggere la testimonianza, a stimolare Campailla a iniziare una ricerca durata anni, fra indizi incerti, documenti contrastanti e cronache al limite del pettegolezzo, per far luce sulla vita di una donna che già di per sé sembrerebbe uscita da un romanzo della migliore tradizione della letteratura russa.
Perché Nadia Baraden, nata Haimowitch, da una famiglia della borghesia ebraica alla corte dello Zar, sembra calzare perfettamente i panni di una Nastas’ja Filippovna dell’Idiota o una Grušen’ka dei Fratelli Karamazov ma con in più uno spirito di rivolta in un viaggio fra Pietroburgo, Odessa, Berlino, Londra e che la porta ad essere emissaria di chissà quali progetti rivoluzionari da mettere in atto nella Firenze dei primi anni del Novecento, città che diverrà teatro del suo gesto finale, il suicidio che avverrà nella centrale Piazza Vittorio Emanuele II, al cospetto dei passanti attoniti.
Una vicenda, quella della vita di questa donna bellissima e misteriosa, stando alle cronache dell’epoca, che Sergio Campailla ha saputo ricostruire spesso dovendo mettere a confronto diverse fonti in contrasto fra loro, giornalisti colpiti dagli elementi di esotismo che il personaggio suggeriva, a scapito della veridicità dei fatti.
Il merito dell’autore è stato proprio quello di essere riuscito, con minuziosa e caparbia insistenza, a ripulire dalle scorie i resoconti al limite del fantasioso, per restituirci l’umanità di una donna che, forse a causa delle ferite inflittele da una vita non certo facile, in un’epoca in cui essere una donna libera e fuori dagli schemi che la società imponeva, comportava la quasi sicura emarginazione dal proprio ambiente e lo stigma di femme fatale che l’avrebbe perseguitata fino all’ultimo giorno della sua vita.
L’epilogo della vicenda viene dunque giustificato nella ricerca di Campailla con una buona percentuale di plausibilità, al di là delle illazioni che vennero fatte all’epoca dalle cronache mondane che si occuparono del caso. Lo stesso collegamento con Michelstaedter non era documentato in maniera evidente anche perché all’epoca dei fatti il futuro filosofo altro non era che un comune studente anch’egli innamorato della signora russa, come lui stesso l’aveva definita in una lettera alla madre.
A mio modo di vedere è possibile leggere Il segreto di Nadia B. seguendo due percorsi: come storia a sé stante, quella di una donna che fatica ad affermarsi in un mondo a lei ostile e a causa del quale sarà costretta a soccombere; l’altra chiave di lettura potrebbe essere a compendio della vita di Carlo Michestaedter, del quale lo stesso Campailla ha scritto una interessante biografia intitolata Un’eterna giovinezza. Vita e mito di Carlo Michestaedter.
Questo non significa che la vita di Nadia si sia svolta all’ombra del futuro filosofo anzi, semmai è vero il contrario, perché nonostante la giovane età, lei aveva già vissuto esperienze che, nel periodo in cui i due si sono frequentati, erano comunque fuori dal comune per una donna della buona società russa. Semmai può risultare interessante il parallelismo fra i destini di entrambi, accomunati dalla stessa tragica fine consumata con il gesto volontario che ha posto fine alle loro giovani vite.
Il segreto di Nadia B. è un libro che consiglierei a chi ama le biografie di personaggi avvezzi a vivere in direzione ostinata e contraria, volendo citare un verso di De André; agli estimatori di Michelstaedter, anche per addentrarsi meglio nella psicologia del filosofo e poeta i cui tormenti per il male di vivere hanno segnato il suo destino; ma anche per coloro che sono curiosi di esplorare le modalità di comunicazione dei media in auge all’epoca.

Roberto Maestri

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"Leggendo cerco me stesso". Collaboratore di Booklandia