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Il primo inverno

di Philipp Blom
Buona sera!!! Piacere di ritrovarvi in questa serata invernale e molto piovosa che sembra aver dimenticato le buone maniere e butta giù acqua a secchiate come se volesse cancellare tutte le brutture del mondo …. e se questa è l’intenzione allora dacci dentro!!!
Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea” di Philipp Blom.
Lo sapevate che verso la metà del ‘500 c’è stata una vera e propria era glaciale??? Quelli che lo sanno alzino la mano….
1, 2,…..mmmmhhhh Ebbene si, il clima della terra non è un pranzo di gala ed è sempre stato molto mutevole, nel bene e nel male, solo che da quando è apparsa l’umanità ha sempre dato una parvenza di stabilità e ci stupiamo se le stagioni “non sono più quelle di una volta”…..ai tempi dei greci e dei romani faceva molto più caldo e infatti noi li vediamo quasi sempre raffigurati con toghe e parti anatomiche scoperte o comunque in bella vista; certo che c’era l’inverno anche a quei tempi e che non andassero sempre in giro a mostrare seni e pistolini ma sicuramente il clima era più amichevole e dolce.
Oggi sappiamo che la prima causa dei cambiamenti climatici sono i nostri comportamenti sociali e le nostre abitudini industriali e alimentari, oltre al fatto che siamo almeno 10 volte di più del numero totale di esseri umani del periodo classico e antico e quindi abbiamo più emissioni nocive che contribuiscono alla causa.
Nel 1500 una serie di eruzioni vulcaniche sicuramente contribuirono a rendere l’atmosfera più ostile ai raggi solari, in più ci si è messo un calo periodico dell’attività della nostra stella che ha un ciclo vitale di 11 anni per il quale le macchie sono la sentinella dell’aumento o della diminuzione del suo battito….e per buon peso potrebbe essere anche intervenuto uno spostamento dell’asse di rotazione del pianeta (che già non è molto stabile normalmente e dipende seriamente dall’attrazione lunare che lo tiene in quella posizione) che potrebbe aver contribuito al cambiamento delle stagioni e al raffreddamento planetario.
– Faccio un intermezzo per spiegare che nel 1815 il vulcano Tambora, in Indonesia, eruttò in maniera così massiccia e violenta che le sue polveri, in sospensione nell’atmosfera, causarono quello che fu chiamato “l’anno senza estate”, cioè il 1816 quando la stagione calda fu effettivamente cancellata dal calendario con tutte le conseguenze del caso; questo per spiegare come le eruzioni vulcaniche possano seriamente influire sul clima in maniera molto rapida.
Ma torniamo a quel periodo quando gli inverni cominciarono a diventare talmente rigidi da far ghiacciare mari e fiumi a latitudini impensabili e a costringere le navi nei porti perchè la crosta gelata le aveva bloccate come la banchisa polare durante le esplorazioni del 1800. Non solo freddo e ghiaccio ma anche estati brevissime e molto piovose oppure, di converso brevi e roventi al limite della fornace.
Cambiamento delle correnti oceaniche e aumento della violenza di quelle aeree…..vi ricorda qualcosa??? Il fenomeno è opposto ma il risultato è molto simile.
Il problema non è solo la temperatura in se stessa ma tutto quello che succede all’interno di una società ancora strettamente contadina legata mani e piedi ai cicli della terra e del grano; l’abbassamento del termometro porta così alla non maturazione delle sementi o alla morte delle piante in campo aperto e quindi alla fame per milioni di esseri umani. In più, sempre per non farsi mancare nulla, in quel periodo storico l’Europa era attraversata in lungo e in largo dagli eserciti della Guerra dei 30 anni, dalle bande di contadini aizzate dalle nuove idee protestanti che chiedevano di affrancarsi da antiche servitù in maniera violenta e da tutto un contesto storico che non sto a raccontarvi ma che il libro riporta ampiamente.
Fame, guerra, malattia….l’Apocalisse!!! E tutto mentre l’America appena scoperta cominciava a invadere il vecchio mondo con i suoi tesori e le sue novità in campo agricolo e noi gli portavamo schiavi per le piantagioni e per le miniere saccheggiati senza pudore sulle coste africane ancora selvagge e ostili (vorrei ben vedere). Quali le reazioni??? Molteplici!! Dai rigurgiti religiosi fatti di rosari, messe e penitenti autoflagellanti che invocavano il perdono divino e il ritorno a temperature più favorevoli ai nuovi intellettuali che invece si cominciavano a chiedere se era possibile trovare nuove soluzioni e far nascere nuove idee in campo sociale, politico e industriale.
Nasceva così il pensiero razionale di Spinoza e di tanti altri filosofi che ipotizzavano società libere e libertà di pensiero, compreso l’ateismo; i sovrani vedono messo in dubbio il loro potere di derivazione celeste e scoprono che il popolo non è una cosa informe e molliccia ma ha un corpo e sa anche pensare e nasce il primo embrione di borghesia che non ha natali aristocratici da vantare ma solo solidi conti in banca da far lievitare magari prestando denaro a chi continuava a giocare alla guerra.
Libro molto interessante che non si limita solo al dato meteorologico ma che spazia più o meno su tutte le 50 sfumature di freddo del periodo e ci racconta qualcosa di veramente nuovo. Arrivederci!!!!  

Ste Dussoni

Il primo inverno

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.