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Il piano B

di Angelo Duro

Che dire. Non sapevo neanche chi fosse questo ragazzo qua. Ero li che mi facevo gli affari miei e alla radio è passata una sua intervista. Lì per lì ho pensato che fosse parte di un’inchiesta sociale sui disadattati. Poi mi è sembrata una parodia sui trentenni di oggi, i social e la rincorsa ai like. Alla fine ho capito che si trattava di un artista.
Mi sono documentato: ha fatto la Iena nell’omonimo programma. Fa spettacoli teatrali. Scrive.
E io non l’avevo mai sentito: nonostante il nome che sembra creato apposta, ma lui dice che è vero.
Perchè mi ha incuriosito? Perchè è cinico e cattivo.
Perchè dichiara che l’analfabetismo sia la soluzione per la spensieratezza. Pensa che essere antipatici sia un dono. Orgoglioso di non essere nato femmina, così non subisce i maschi. Che preferisce una società piena di gay, così ci sono più femmine per ogni etero che rimane.
La sua è una cattiveria “leggera” però: è pura nel suo mostrare quei pensieri che magari attraversano la mente di molti ma che bisogna affrettarsi a censurare perchè non sarebbero “politicamente corretti”.
E’ un bel respiro di libertà di pensiero quello che ci regala l’Autore, anestetizzati come siamo all’ipocrita “correttezza” che ormai pervade le relazioni nella nostra società, dove anche il linguaggio si appiattisce su stereotipi lessicali (“le lavoratrici e i lavoratori”, “i diversamente abili”, “le escort” e “le cene eleganti”, “la difesa dei valori” e tutti gli altri proclami che evaporano appena pronunciati).
Il protagonista del romanzo non vuole piacere. Non vuole fare parte di una cosa che fanno tutti per non sentirsi escluso. Così fa prima e si esclude da solo perchè sta con la persona più di compagnia che conosce: se stesso.
Delle donne ci dice che sono strane e pericolose, perchè piene di pubblicità occulte: sguardi, posture, risate, battiti di ciglia. Messaggi subliminali di macchine programmate per sedurre.
Ve l’ho detto, non vuole piacere. Però alla fine piace.
Nella sua ingenua volontà di essere vero e spontaneo. Nel suo, vano, tentativo di lasciare un “segno” nel mondo a favore dei bambini orfani anche sapendo che potrebbe rischiare la galera o la morte.
Vorrebbe essere cinico, cattivo e poi anche egoista.
Ma come spesso accade, in realtà, i più meschini si rivelano quelli che sorridono mentre pensano di te le peggiori cose.

Gerardo Capaldo


Angelo Duro presenta “Il Piano B”
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"Aequam memento rebus in arduis servare mentem" Amministratore di Booklandia.