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Il Paradiso degli Orchi

di Daniel Pennac –
Buon pomeriggio! Eccomi di nuovo a voi ma questa volta non vi parlo propriamente di traffico perchè oggi sono rilassato e sono in attesa di completare (forse) degnamente la giornata che è stata davvero proficua. Questa mattina sono andato a camminare sui monti (in meno di 3/4 d’ora da casa sono già fuori dalle balle e sono davvero in montagna) e poi oggi pomeriggio mi sono fatto pure un bel bagno in mare, e la cosa bella è che il traffico l’ho preso per salire sui bricchi visto che per andare al fare la papera a mollo mi basta attraversare la strada…è il bello della Liguria!E ho potuto finire: “Il Paradiso degli Orchi” di Daniel Pennac.
Una rilettura che volevo fare da tantissimo tempo (sarà almeno la 4^ volta) perchè mi mancava lo spirito scanzonato e folle dei primi libri di Malaussène…e questo è davvero il numero 1!! Siamo a Parigi, nel quartiere multietnico e multicolore di Belleville, Benjamin Malaussène è il più grande di una famiglia che di normale non ha assolutamente nulla, tra fratelli e sorelle sono già una bella tribù e altri sono in arrivo, se avrete il piacere di continuare a leggervi la saga, i nomi sono piuttosto eccentrici e ve ne accorgerete cammin facendo, ognuno di loro possiede un talento speciale o comunque una caratteristica che lo rende unico ma soprattutto hanno tutti il dono di sapersi cacciare a testa bassa nei guai come rinoceronti e di essere comunque uniti da potersene tirare fuori in maniera che definirla creativa è riduttivo. Benjamin è più o meno il capo di questa tribù in virtù del fatto che è il fratello maggiore che fa forse un po’ da padre e da consigliere a tutti quanti.
La madre è un donnone che appare di solito al termine di ogni libro con una sorpresa in grembo per il libro successivo; i padri sono mille come l’amore che ha per i suoi figli che non si preoccupano minimamente dell’origine di ognuno di loro, gli basta essere un’unica grande famiglia che spesso si allarga anche tutta una serie di personaggi ancora più coloriti che girano attorno a loro, uomini e donne di ogni razza, colore e religione in perfetta armonia e perfettamente armonizzati da quel grande calderone dei popoli che si chiama Parigi.
Malaussène fa un mestiere un pochino particolare: fa il Capro Espiatorio per i Grandi Magazzini del quartiere. I Grandi Magazzini non hanno un marchio specifico e sembrano esistere da sempre, sono un potpourri di luci, colori, oggetti, e persone, sono il sogno di ogni bambino e la tortura di ogni genitore, il luogo della perdizione e il regno degli acquisti. Fare il capro vuol dire avere un ruolo importantissimo ma molto delicato, vuol dire addossarsi regolarmente ogni colpa per salvare il proprio datore di lavoro da ben altre conseguenze se un oggetto fallato finisse nelle mani dell’acquirente sbagliato che poi spera di ottenere un vigoroso risarcimento. Ma Ben (lo scrivo così per brevità) è un santo e riesce sempre a volgere a suo favore le situazioni più ingarbugliate finchè un bel giorno non cominciano esplodere bombe all’interno del Grande Magazzino…. Ora non vi sto a raccontare altro perchè la storia è davvero conosciutissima e spero di poter invogliare altri a leggerlo, vi dico solo che Pennac ha creato un personaggio incredibile perchè oltre alla suspance dei delitti che via via si susseguono c’è tutto un dipanarsi di mille altre storie raccontate appunto da Ben che si assume anche il ruolo occhio critico del mondo.
Malaussene osserva e racconta ogni minimo particolare di quello che succede ma lo fa con un candore quasi marcovaldesco, tutto diventa color pastello e viene filtrato e riportato in maniera sublime, anche il delitto più efferato diventa poesia e anche il criminale più bieco diventa solamente un uomo. Tutto si colora e si trasfigura mentre la storia si racconta e si trasforma….un capolavoro! E doveva esserlo per davvero se la presentazione in quarta di copertina è stata fatta da Stefano Benni!
Con questo libro ci siamo cercati per parecchio tempo proprio perchè stava sempre nello scaffale vicino a quelli del Lupo che io inseguivo come un predatore affamato ma che ignoravo per buttarmi sul mio autore preferito dell’epoca, finché un giorno ho ceduto e me lo sono comprato e lì ho capito che mi stava chiamando da un bel po’ perchè era nel mio destino come una congiunzione astrale fortunata. Bene….quando si fa amicizia con un libro è sempre una bella cosa, in questo caso direi che siamo quasi al rapporto di coppia!!! Arrivederci e alla prossima!

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.