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Il legame

di Vanessa Duriès
Novella “O” (e se non sapete di quale “O” si parla partite già male), Vanessa Duriès è un’icona del sadomaso, sia per essere l’autrice de Il legame, un piccolo libro di 123 pagine diventato di culto nell’ambito della letteratura erotica, osannato dalla critica e tradotto in una decina di paesi, sia per la sua tragica scomparsa in un incidente automobilistico a soli ventuno anni.
Nel maggio 1993 (sette mesi prima di morire) appare sulla rivista Penthouse in tutta la sua bellezza diventando un’icona nel mondo BDSM.
Racconto sconcertante di passione e di dolore, Il legame narra l’amore paradossale di Vanessa Duriès per Pierre, il suo primo amante che l’ha iniziata alla dominazione. Introdotta sin dalla sua prima esperienza sessuale in un universo erotico estremo, Vanessa analizza con lucidità il legame che unisce, nella sofferenza e nell’umiliazione, la schiava al suo Padrone. Ciò che può apparire scioccante nelle sedute di dominazione diviene, per Vanessa, una naturale e indiscutibile prova della sua passione amorosa.
Non nego di aver ricevuto un “pugno nello stomaco” man mano che approfondivo la lettura ma questo è il mondo di Vanessa, la sua scelta, che si può anche non condividere in pieno ma che va rispettata per la forza che questa giovane donna comunica ai suoi lettori.
Scendendo verso le buie prigioni del desiderio la Duriès scopre, anche con sorpresa, che le estreme prove cui viene sottoposta soddisfacevano in realtà le sue pulsioni, i desideri che lei stessa provava ma di cui fino a quel momento non aveva cognizione.
Alcuni critici lamentano un scarso approfondimento psicologico delle varie figure che animano il testo, in primis di Pierre, il suo Padrone, che appare quasi come una divinità. E forse ai suoi occhi lo era realmente, ma comunque sempre una figura protettiva, una roccia cui far riferimento durante le tempeste che scuotevano il suo corpo e la sua anima. Non un Dio dunque: ma un Master certamente si.
Queste relazioni si rivelano spesso più profonde e con un legame più intenso di quello che una lettura superficiale potrebbe far apparire.
Lei impara ad amarsi mentre Pierre la guarda e si intusice come Vanessa nel suo offrirsi si senta più bella, più desiderabile, più donna, più sensuale. Si inarca di fronte a lui mettendosi in mostra e Pierre le sorride, semplicemente, divorandola con gli occhi. A quel punto lei lo ha ai suoi piedi sebbene non decida nulla di quello che le accade. E ti viene da chiedere: “Ma chi detiene il vero potere in questa relazione?”
Da evidenziare il momento in cui i genitori della ragazza scoprono casualmente le particolari inclinazioni sessuali della figlia. Questa è forse la ciliegina sulla torta che riporta a terra quelle che fino alla pagina prima potevano essere fantasie più o meno condivisibili. A me ha riportato in mente un aforisma: “cerca di essere l’uomo che vorresti che tua figlia frequentasse”. Soluzione? Rispetto, rispetto, rispetto e consensualità libera e non “indotta”, quindi supporto nelle scelte e non induzione alle scelte.
Non aspettatevi le “50 sfumature..”

Ecco alcuni passaggi che meritano una citazione:
Non mi sono mai rassegnata alla sorte che avevo liberamente scelto. Non avendo l’indole di una guerriera, non sapendo opporre la violenza alla crudeltà, ho imparato a dominare coloro che mi usavano, rendendo al contempo ambigua e mistica l’offerta della sottomissione. E’ così che vivono le schiave: sono le sole a detenere le chiavi delle cantine buie e umide dove le fantasie dei Padroni le elevano al rango delle divinità”.


“La fiducia che unisce il Padrone e la sua schiava è fondamentale, condiziona e autorizza tutti gli eccessi, vale a dire tutti i momenti di felicità”.


“Il gioco delle relazioni tra il Padrone e la schiava è sottile e delicato. Le schiave devono saper indicare ai Padroni i limiti da non superare. L’autorità assoluta è un sapiente gioco d’equilibrio, il più piccolo passo falso rompe l’armonia, oltre a fare a pezzi la considerazione che uno ha dell’altro. Ogni essere umano ha i suoi limiti e la schiava ha i suoi”.


“Una realtà che i non iniziati a questo universo marginale e affascinante ignorano: il Padrone non è mai ciò che si crede. Il Padrone vive in uno stato di totale dipendenza dalla sua schiava. In realtà è schiavo della sua stessa schiava, della sua accettazione a subire le sevizie che lo eccitano. Dopo aver compreso questa realtà paradossale non c’è più vergogna a essere schiave. Al contrario, per il gioco sottile dei rapporti di forza, la schiava può rivelarsi colei che esercita il vero potere all’interno della relazione sadomasochista”.


“Amo quest’uomo che mi fa soffrire senza neanche accorgesene. La mia natura masochista non è sufficiente a spiegare la mia passione. Lo amo per la forza che mi dà fino a fare di una piccola studentessa complessata l’eroina di notti magiche che la maggior parte delle donne non sperimenterà mai. Lui mi innalza. Mi proietta in avanti. Mi moltiplica, rivelando gli abissi della mia anima, rendendomi sublime in quanto schiava, facendomi accettare il mio ruolo di oggetto. Tra noi ha creato un legame indissolubile, che niente potrà cancellare, specialmente un’eventuale rottura, perchè se un giorno dovessimo lasciarci, se l’amore finisse per poi allontanarci, se le nostre fantasie si esaurissero, allora ai miei occhi lui diventerà immortale”.


Questo non è un romanzo ma la storia vera di una ventunenne e del suo percorso di sottomissione.
E’ una storia di schiave e di Padroni.
Non è per tutti/e.

Gerardo Capaldo

Il legame
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"Aequam memento rebus in arduis servare mentem" Amministratore di Booklandia.