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Il grande gioco

di Peter Hopkirk –
Buongiorno!!! Eccomi qua dopo un po’ di tempo e un orario più umano!!! (solamente perché il libro l’ho finito poco fa). Tra impegni vari e lavoro faccio fatica, almeno in certi periodi ad avere un pochino di regolarità ma comunque non vi preoccupate perché ci sono sempre. Finalmente un po’ di riaperture e tempo bello che mi conciliano passeggiate soprattutto pedalate in bicicletta; mi sono comprato anche quella “assistita” per andare lavorare in maniera più comoda ma per i miei giri quotidiani continuo a preferire la sudata classica, specialmente in salita….il ciclismo è fatica e sudore (e qualche bestemmia a denti stretti) se lo facciamo diventare un gioco da tavolo si perde tutto il bello. Ma mi piace anche lo sport statico, quello sui libri, ma non nego la comodità della lettura elettronica….”lettura assistita”!! È la modernità che avanza ma non c’è niente di male, io sono dell’idea che bisogna mettere in campo tutti gli strumenti poi è solo il mio libero arbitrio che decide sul loro utilizzo e nessun presunto “Guru” si deve permettere di sindacare le mie scelte fatte in piena libertà….in ogni campo!! Tanto chi poteva dirmi qualcosa ormai è defunto e nessuno ne potrà mai prendere il posto se io non voglio, né persone né presunte divinità o fantasmi di che si credono tali.
Il grande gioco” di Peter Hopkirk.
Con la Fatland siamo andati due volte a spasso per i confini russi e attraverso i resti del loro grande impero ma quanti di noi hanno un’idea di come è stato creato??? Quali giochi e terremoti politici ha portato i Rus della Moscovia a creare il più vasto impero terrestre dell’epoca moderna ?? (più vasto come contiguità territoriale).
Hopkirk (suggerito proprio dalla Fatland alla conclusione di Sovietistan) nel 1990 porta alle stampe un libro che fa luce su una storia ormai dimenticata o ignorata dai più perché riguarda una porzione del mondo che normalmente ignoriamo o che consideriamo solo come un buco nero … la terra degli Stan… cioè tutti quei paesi che hanno quel suffisso strano alla conclusione dei loro arzigogolati e esotici nomi, e l’unico che conosciamo ormai piuttosto bene è l’Afghanistan;  egli altri?? All’inizio dell’800 (1800) due potenze erano i espansione nell’area: la Russia zarista e l’Impero Britannico. I russi si erano ormai liberati dal giogo dei vari Khan mongoli e si stavano espandendo verso la Siberia e verso l’Asia centrale e avevano messo nel mirino i vari canati residui dell’impero d Tamerlano; inoltre puntavano a Costantinopoli, alla Persia e al Caucaso…..e all’India! Ma in India c’era la Compagnia Britannica delle Indie e cioè…..Londra!
Anche Londra stava puntando ad espandersi perché non aveva ancora acquisito completamente le regioni occidentali che poi in seguito diventeranno il Pakistan (stan!!!) e aveva cominciato a subodorare che da quel lato sarebbe potuto calare l’esercito degli Zar. La regione era completamente sconosciuta ai cartografi, era ancora governata dai Khan che erano i classici sovrani orientali: infidi, violenti e maldisposti verso chiunque. Ma in quelle terre si stava per iniziare a giocare  Il Grande Gioco come venne definito dai russi e poi anche dagli inglesi. Una corsa lunga quasi un secolo (terminerà solamente dopo la sconfitta dei russi ad opera dei giapponesi nella guerra del 1905) fatta di guerre, esplorazioni ardite, sotterfugi, spie, colpi di mano, guerre improvvise e spaventose ritirate, voltafaccia epici e accordi sottobanco disattesi nell’arco di una sera. Uomini eroici con travestimenti improbabili, torture e violenze di ogni tipo, governi fantoccio e tantissima neve in una terra ostile al limite dell’umano. Paesaggi grandiosi, deserti infuocati, oasi contese, città mitiche, montagne immense a quote assurde e inverni gelidi come non mai.
Un libro che racconta in maniera veloce e articolata eventi che in occidente sono stati obliati e che invece si collegano perfettamente anche alla moderna storia dell’Afghanistan che è stato davvero il cuore di quella enorme partita a scacchi fra San Pietroburgo e Londra giocata su uno scacchiere immenso che andava da est a ovest come la via della seta e che ha coinvolto praticamente tutto il continente…..e alla fine non c’è stato nemmeno un vero vincitore! E non pensate che i russi fossero i cattivi e gli inglesi i buoni perché entrambi hanno giocato, vinto e perso parecchie volte e ogni volta hanno rilanciato i dadi a seconda del momento e dell’occasione sempre sulla pelle delle popolazioni che dovevano essere conquistate o con le armi, o con la persuasione, o col commercio. Nessuno è santo! Un libro davvero illuminante!

Ste Dussoni

Il grande gioco

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.