Il Corsaro giallo

di Yambo

Buon pomeriggio e buon fine settimana!!! L’ultima volta che ci siamo sentiti avevo detto che stavo ritrovando il Passo giusto per ritornare a i miei normali livelli di lettura, e direi che ci sono riuscito!!!
“Il Corsaro giallo” di Yambo.
Salgari ha avuto il privilegio di aprire una strada e moltissimi scrittori si sono buttati nel solco di quel genere di romanzo fatto di luoghi esotici e jungle misteriose, feroci pirati, bellissime principesse da portare all’altare salvandole dalle grinfie di biechi governatori coloniali in una girandola di avventure e battaglie sempre al limite dell’irreale.
L’italianissimo Yambo più che un emuli ha preferito distinguersi per e diventare quasi un parodiatore e quindi prendere le distanze dalla via maestra per per creare qualcosa di originale e nuovo.Il Corsaro Giallo è un capolavoro della parodia perché prende un eroico e colorato fanfarone e lo fa andare a zonzo per i mari tra Panama e il Polo Nord combattendo contro i suoi arcinemici: Il Corsaro Azzurro è il Sacripante Nero, ma nei modi più assurdi e meno ortodossi possibili prendendosi il lusso di citare il naufragio della Meduse oppure la balena di Collodi e di saltare da una latitudine all’altra in perfetto stile Barone di Munchausen!!!
Il lettore si diverte perché i personaggi sono sempre esagerati e i colpi di scena piovono di continuo come colpi di spada menati sulla tolda di un galeone in un giorno di un tranquillo assalto all’ammiraglio spagnolo di turno. I Pirati dei Caraibi prima che a qualcuno venisse l’idea con un pizzico di Indiana Jones!
Carramba!!! E tutti all’assalto tenendo d’occhio gli alligatori!

[incipit] Da un lato, dieci galeoni spagnuoli attendevano, diciamo così, a piè fermo il vecchio e sganasciato brigantino del valentissimo cavaliere della Lumaca: dall’altro lato, le sei grosse navi del Corsaro Azzurro, nemico del Corsaro Giallo, si schieravano in ordine da battaglia. Era quello l’unico ordine che si rispettasse a bordo dei vascelli corsari, dove la parola d’ordine era… il disordine”.

Ste Dussoni