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Freddie Mercury

di Peter Freestone
Una biografia sul leader dei Queen per gli appassionati storici del gruppo e per i nuovi fans che lo hanno scoperto con il recente film. Ovviamente a base di sesso, droga e musica a volontà! E anche uno spaccato di vita sul mondo dello star system scritto da uno, Peter Freestone, che con una star come Mercury ci viveva praticamente insieme, per lavoro.
Per dire l’Autore, fu l’unico ad accompagnare Freddie Mercury a casa di Michael Jackson quando quest’ultimo lo invitò nella sua casa nel quartiere di Encino a Los Angeles e fu con lui il giorno in cui morì a Londra.
Ma torniamo al nostro Freddie. Cosa ne esce: soldi, tanti soldi, fatica, passione, litigi, irrequietezza, capricci, droga, alcol, sesso e per finire ancora droga alcol e sesso. Si capisce che chi riesce ad invecchiare più o meno sano in quell’ambiente deve avere una tempra che andrebbe studiata dai genetisti.
Sbornie clamorose, litigi con i fidanzati, tour dei locali gay di mezzo mondo, il parrucchiere di un salone alla moda fatto venire da Londra alla Germania per il capriccio di tagliarsi i capelli, fan incallite della band decise a “soddisfare oralmente” quanta più gente possibile dell’entourage, appartamenti costosissimi comprati a New York e praticamente inutilizzati. La passione per l’arte che lo stava portando ad acquistare in Spagna un quadro di Goya per oltre 550 mila euro e siccome non si poteva esportare considerare la possibilità di comprare anche una casa in quella nazione solo per appenderlo.
C’è di tutto: nel libro si fa riferimnto anche alla partecipazione dei Queen a Sanremo nel 1984 ma non si parla del presunto astio di Mercury nei confronti della manifestazione per aver dovuto cantare in playback, come ho letto in qualche post che circola su Facebook. Anzi, veniva considerata una passeggiata (pagata), un banco di prova per il Golden Rose di Montreux del maggio successivo dove avrebbero dovuto nuovamente esibirsi un playback e un motivo per rivedere Boy George dei Culture Club, cosa che rese Freddie felicissimo.
Il festival della Canzone italiana viene infine liquidato come “una manifestazione artistica tradizionalmente frequentata da attempate signore in pelliccia”!

Con mia grande gioia nel racconto entra in scena anche un collega fisioterapista che inizia a far parte dell’entourage dopo che Freddie si fece male ad un ginocchio durante uno spettacolo. Il pover’uomo tentò anche di indurlo ad una vita più salutare cercandogli di far praticare qualche sport, ignorando che le attività di Freddie si svolgevano soprattutto nei bar o a casa sua di notte in forma assai privata.
Freddie Mercury era un perfezionista che aveva una gran rispetto del suo pubblico pagante a cui non si risparmiava. Decisamente meno considerazione aveva invece verso tutto il mondo che ruotava attorno alle case discografiche che lui considerava composto prevalentemente da parassiti.
Ci sono piccoli particolari nel racconto che fanno riflettere e mostrano il lato opposto della medaglia: uno di questi è il piacere di poter camminare dieci minuti a piedi dall’albergo agli studi di Montreux: cosa cui aveva dovuto rinunciare nella sua città, Londra, per l’assalto dei fans.
Lui e il suo entourage erano degli esuli sempre in giro per il mondo: e questo non solo per i tour ma soprattutto e banalmente per motivi fiscali. Cioè per pagare meno tasse al Regno Unito.
La massima cui Freddie si ispirava era: “quanto sei bravo dipende dalla tua ultima performance”, ai concerti, nei dischi e per dirla tutta anche alle prestazioni sessuali. E in base a questo principio non si risparmiava mai.
Dal punto di vista “tecnico” il racconto fa degli sbalzi da un tema a un altro, da un fatto al successivo che a volte lasciano un po’ perplessi.
Alla fin fine è curioso sapere qualcosa di un mondo così distante, quasi irreale. Qualcuno lo invidierà. A me ha fatto un po’ di malinconia, prigioniero com’era di quella solitudine che circonda chi non può essere “normale”.
Conclusione personale: Uno di quei libri che leggi una volta e poi non apri più. Ma ne vale la pena, specie con Youtube a portata di mano.

Gerardo Capaldo

Freddie Mercury

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