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Firmino

di Sam Savage –
Buona pomeriggio! Una giornata piuttosto uggiosa che non riesce a decollare. Questa mattina sono salito in bicicletta sul Passo del Turchino e poi ho fatto la spesa ma nel frattempo il cielo si è colorato di uno strano grigio topo che ha spento ogni velleità di combattimento per la giornata di oggi. A proposito di topi, o almeno di ratti norvegesi, vi presento: “Firmino” di Sam Savage.
Anche questa è rilettura di un libro comprato all’incirca nel 2008 incuriosito dalla copertina e dai disegni interni; pensavo ad un fantasy o a qualcosa di simile e invece mi sono ritrovato con un romanzo molto introspettivo, decadente e forse anche pochino triste.
Firmino è un ratto, non un topo, c’è differenza perchè i ratti (zoccole, pantegane) vivono di solito nei bassifondi delle città e sono anche piuttosto grossi mentre i topi sono quelli di campagna, piccoli, curiosi e non sempre così fastidiosi che popolano stalle e granai; dicevo di Firmino che è il 13° di una bella cucciolata nata da una madre con la passione per l’alcool lasciato di solito a scolare dalle bottiglie degli ubriaconi o dei ristoranti di Boston. ….Boston 1961! Essere il 13° quando una madre ha 12 capezzoli vuol dire di solito essere condannati a non arrivare allo svezzamento, specialmente se i fratelli sono più corpulenti e prepotenti e tu scivoli normalmente nelle ultime posizioni della classifica, e così ti ritrovi ad essere un ratto gracile, un po’ sfigato con la testa grossa e la pancia vuota. Per fortuna di Firmino, l’incombenza del parto ha portato la gravida Flo a scaricare la prole nei bassifondi di una libreria, quelle di una volta con volumi seminati dovunque, senza i luccichii delle librerie moderne, con tanta polvere e dove il libraio sapeva sempre dove era il libro richiesto anche in maniera un po’ romantica. E così il nostro topo si riempie la pancia di pagine su pagine per ovviare alle carenze materne e già che c’è impara anche a leggere e ad apprezzare quello strano mondo fatto di pagine, colla e copertine. Diventa così un ratto istruito ma anche molto solitario e introspettivo che rifugge dalla frenetica vita dei ratti di fogna che girano costantemente in cerca di cibo e di femmine con le quali accoppiarsi e piano piano si ritrova ed essere un reietto rispetto all’esuberanza della famiglia che piano piano abbandona l’edificio natale. Firmino, una volta partiti gli ultimi componenti  della sua topesca famiglia comincia a curiosare tra i libri e tra i piani del palazzo e comincia sognare attraverso quei romanzi e quelle storie.
Sogna di essere un cantante, di diventare amico degli uomini, di saper scrivere di essere un eroe da romanzo e nel frattempo prova socializzare col libraio sottostante finché un giorno, questi, non lo scopre e tenta di avvelenarlo. Per Firmino sarà un brutto risveglio da suo mondo di favole. Poi, per sua fortuna verrà accolto da uno sgangherato scrittore di fantascienza con poche speranze di successo e ancora meno soldi; vivranno insieme in una parte del grande palazzo e forse, proprio perchè sono due anime consimili, forse faranno anche amicizia mentre Boston attorno a loro sta cambiando velocemente e le ruspe hanno cominciato a demolire il vecchio quartiere per fare spazio a nuove e migliori costruzioni…si spera!
Un romanzo corto e molto introspettivo scritto tutto in soggettiva topesca, i suoi pensieri, i suoi dolori, le sue speranze e i suoi sogni….una vita dedicata alla cultura e all’immaginazione rinchiusa dentro un corpicino sproporzionato fatto di pelo grigio e di due dentoni acuminati. 
Storia molto romantica per il primo topo che non ha lo zucchero della Disney e non fa saltare le persone sopra alle sedie gridando disperate: “che schifo!!!” Era lì da tanto tempo e la giornata plumbea mi ha aiutato!! Arrivederci!!!  

Ste Dussoni

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"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" Collaboratore di Booklandia.