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Diario di una sottomessa

di Sophie Morgan
Come da titolo si tratta di un diario, presumibilmente di una storia vera. La sottomessa è l’autrice stessa, celata dallo pseudonimo di Sophie Morgan.
E’ una giornalista brillante, intelligente, simpatica e con buona istruzione. Ha una vita sociale normalissima, colleghi di lavoro e genitori. Una normalissima ragazza senza neanche traumi infantili da risolvere.
Ma è una slave.
O meglio, lo diventa. Come tutti noi ha intrapreso il suo percorso di evoluzione personale fino a scoprire la sua vera natura. Per Sophie tutto inizia con un quasi casuale colpo di spazzola sul sedere. Personalmente mi chiedo perchè la sottocultura S/m anglossassone sia tanto affascinata dalle spazzole quale strumento di battitura, ma ancora non ho trovato una risposta certa.
Fatto sta che anche per la nostra eroina questa si rivela la “molla” che rilasciando la giusta energia mette in moto quello che si rivelerà un inarrestabile e, talvolta, incomprensibile viaggio nelle profondità del vivere il masochismo.
L’Autrice non usa perifrasi, il suo linguaggio è diretto talvolta crudo ma l’atmosfera non è mai cupa o tetra. Anzi spesso riesce a indurci un sorriso quando ci svela i suoi moti di ribellione interna, i suoi insulti non pronunciati e di fatto, la continua lotta intestina che vive combattuta tra piacere, dolore, curiosità e rivalsa.
Quella di Sophie è una sfida ma non verso chi la domina ma, principalmente verso se stessa. E in quest’ottica, paradossalmente, il suo Padrone diventa lui stesso uno strumento o, meglio, un mezzo per risolvere il conflitto che vive in sè.
Essere sottomessa è solo un aspetto della mia personalità. Ma è una parte fondamentale di ciò che mi rende la persona che sono, nello stesso modo in cui lo è l’importanza che attribuisco agli amici e alla famiglia, il modo in cui amo il mio lavoro, la tendenza a essere indipendente e ostinata e persino la passione per la Nutella.”
Finalmente! Una persona vera e non la solita ragazza irretita dal perverso miliardario di turno.
In una intervista la Morgan dichiara:
Quando si parla di BDMS, la gente pensa subito a un gruppo di persone vestite di pelle nera che si ferisce a vicenda, mentre si tratta di pratiche molto più sofisticate e personali. Mi piace venire ferita e umiliata sessualmente dal mio partner, ma sono una ragazza normale, con una famiglia, tanti amici e un lavoro che adoro. Non c’è nulla di male o di sbagliato nel vivere queste esperienze estreme, finché restano confinate nella propria sfera sessuale“.
Ho apprezato questo libro proprio per questo, per la sua normalità più che per le pratiche descritte. Troppo spesso i cultori del BDSM si autoghettizzano o si considerano detentori di chissà quale nobiltà creandosi irreali manieri mentali.
Con gradualità e lucidità, crudemente sincera, Sophie ci racconta proprio questo: chiunque hai vicino, sul lavoro, sull’autobus, a scuola potrebbe essere “sub” o “dom”. Il pediatra di tuo figlio, l’insegnante, la commessa del tuo negozio o il barista che ti fa il caffè. Normalmente alla ricerca della propria felicità che, per Sophie, sembra concretizzarsi dopo il suo incontro con James con cui inizia a spingere sempre un po’ più lontano i propri limiti. Ma non finirà qui…

Gerardo Capaldo

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"Aequam memento rebus in arduis servare mentem" Amministratore di Booklandia.