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Betty

di Georges Simenon –
Apri il libro, ti appare l’ennesimo incipit geniale, piove, e vedi scorrere le gocce sul vetro della tua fantasia, a cena hai bevuto Sangemini, ma Betty è ubriaca e ti perdi nei fumi dell’alcol… ci risiamo, quell’enorme aracnide di Simenon ti ha fregato e sei di nuovo invischiato nella sua tela.
Non ti agitare.
Rassegnati e continua a leggere!
Leggi di Betty.
Betty la sporca, Betty la puttana… tranquilli, sono parole sue.
Leggi di Betty la brava signora , madre mai donna, moglie mai donna, donna mai, davvero, donna. Betty ingoiata dalla borghesia, masticata dalla borghesia, e poi sputata dalla borghesia, ma il tutto con squisita educazione, s’intende.
La vita di Betty ormai è smagliata come le calze che indossa e, come le calze che indossa, ha subito uno strappo insanabile, e Betty cerca un altro paio di calze e forse un’altra possibilità.
Simenon ama i perdenti, sa che bisogna sporcarsi le mani, sa che bisogna scavare nel fango per arrivare a sentire sotto le unghie, oltre lo sporco, anche la vera letteratura. Ama i perdenti che si sono voluti perdere, non quelli che il destino ha perduto.
E i perdenti hanno i loro posti, persi dentro il niente, persi dentro la nebbia delle periferie buie della Ville Lumière. E guai a entrare in un bar di perdenti, se non ti sei perso, ma hai solo perso la strada, potresti perderti per sempre.
Ma anche tra i perdenti c’è chi vince e chi perde.
Chi perde per sempre, chi vince… forse per un solo, meraviglioso e inutile, istante.
Vi invito a fare questo viaggio in compagnia di Betty, a entrare “in una città sconosciuta, quando si dimenticano le preoccupazioni e persino la propria personalità.”

Roberto Cotroneo ha scelto proprio Betty per dedicare un originale libro con il medesimo titolo a Georges Simenon. Romanzo in cui la vita del grande autore belga si mescola con la fantasia, per domandarsi se la letteratura, quando si fa vissuto, induca le persone a farsi del male.

Vi offro ben due possibilità per leggere “Betty”… non male, vero?

Riccardo Gavioso


Trailer del film di Claude Chabrol

Riccardo Gavioso
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“Le maggioranze mi fanno orrore. Prima o poi diventano sempre minacciose” Collaboratore di Booklandia