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Acqua nera

di Joyce Carol Oates –

“La Toyota a noleggio guidata con impaziente esuberanza dal Senatore, filava lungo la strada sterrata senza nome, imboccando le curve con vertiginose sbandate strisciando sul terreno, poi, all’improvviso, uscì chissà come di strada per finire nell’impetuosa acqua nera dove, inclinata sul lato destro, affondò rapidamente. Devo morire così?”

È l’incipit di un romanzo breve, ma sono anche le parole che evocano una tragedia occorsa nella notte del 18 luglio 1969 e nota come l’incidente di Chappaquiddick nel Massachusetts, dove trovò la morte la giovane segretaria, oggi forse si direbbe stagista, dell’allora senatore Ted Kennedy, membro di una dinastia che fece la storia degli Stati Uniti della seconda metà del Novecento. La ragazza nella realtà si chiamava Mary Jo Kopechne che all’epoca aveva ventotto anni ed ebbe la sventura di trovarsi sull’auto sbagliata nel momento sbagliato, mentre chissà, forse sognava una vita e una carriera accanto al brillante uomo politico statunitense.
Fin qui la cronaca, squallida nella sua tragicità, dove a morire è una giovane donna, la cui unica colpa è di aver cercato di inseguire un sogno, forse entrando per la porta sbagliata. Ed è proprio il ritratto di questa ragazza che viene narrato Joyce Carol Oates, con la sua consueta prosa scarna ed essenziale, trasportando la vicenda alla metà degli anni novanta, cambiando ovviamente i nomi e dando voce alla vittima stessa, vittima della tracotanza di un uomo che si credeva invincibile e onnipotente ma che nel momento più significativo della propria vita non riesce ad essere all’altezza della situazione e lascia morire quella ragazza che fino a un attimo prima era seduta al suo fianco in auto, incarnazione di una promessa di un momento di piacere che sarebbe forse durato soltanto lo spazio di una notte.

Il breve romanzo è costruito dal punto di vista della ragazza, nei suoi pensieri in quei momenti, gli ultimi, che lei trascorre nell’auto che sta affondando e dalla quale non riesce a uscire perché incastrata ma ancora viva. Pensieri che ripercorrono a ritroso le circostanze che l’hanno portata lì, sul sedile di quell’auto accanto all’uomo che soltanto fino al giorno prima non conosceva se non per la fama che lo circondava.
Nelle sue parole emerge tutta la fragilità di una ragazza di belle speranze che cercava il suo spazio nella vita e che accoglie l’incontro inaspettato con il senatore come un’opportunità da cogliere per costruire il suo futuro ma non come si potrebbe pensare, da perfetta opportunista che non si fa scrupolo di utilizzare armi seduttive per raggiungere il suo scopo, quanto per avvicinarsi ingenuamente a un mondo che le sembrava altrimenti precluso.
Sullo sfondo la figura del famoso senatore che non esce bene dal ritratto uscito dal racconto, un uomo apparentemente vincente e capace di crollare nel momento più alto della crisi. L’episodio determinò l’inizio del declino politico del senatore che non si presentò come candidato alla Casa Bianca anche in seguito ai fatti di questa vicenda.
Non sapremo mai come andarono effettivamente le cose su quella strada sterrata quella notte, sappiamo solo che una donna morì in una circostanza nella quale forse avrebbe potuto essere salvata se solo alcune cose fossero andate diversamente.
Resta questo racconto dove si può entrare in empatia con una giovane donna la cui vita si è interrotta in modo traumatico, nel momento in cui sperava di spiccare il volo.

Roberto Maestri

Acqua nera

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